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·2 novembre 2025

Milan Roma: 3 cose che non hai notato sulla super sfida del campionato di Serie A

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Tre curiosità sulla sfida Milan Roma, partita valida per la 10ª giornata del campionato di calcio di Serie A 2025/2026

San Siro accende i riflettori sulla 10ª giornata di Serie A 2025/26: Milan e Roma si sfidano in un duello che vale altissima classifica. Una partita piena di emozioni, intensità e qualità, vinta dal Diavolo per 1-0 con gol di Pavlovic e rigore di Dybala parato da Maignan. Ecco le tre cose che non hai notato, figlie di episodi “minori”:

  • L’insolito risveglio di Maignan… con i piedi (e un brivido). Tutti ricorderanno la parata decisiva di Maignan sul rigore di Dybala, un gesto che ha sigillato la vittoria del Milan. Ma quanti hanno notato il suo “battesimo di fuoco” nei primissimi minuti? Un retropassaggio pigro, un controllo non impeccabile e un rinvio sbilenco che finisce sui piedi di El Aynaoui, il quale serve Cristante. Un tiro non irresistibile, per fortuna del portiere francese, ma quel pallone schizzato fuori è stato un piccolo, fulmineo brivido che ha attraversato la difesa rossonera. Un segnale che perfino i giganti possono avere un momento di distrazione, subito dimenticato dalla prodezza finale.
  • Il “quasi-gol da fuoriclasse” di Dybala… e il sospiro di sollievo rossonero. Mentre la Roma dominava il primo tempo con un’effervescenza agonistica che faceva interrogare tutti sulla sua durata, Dybala ha sfoderato un lampo di pura classe che per un soffio non si è trasformato in magia. Su un cross di Celik, l’argentino ha stoppato il pallone con una coscia, quasi d’improvviso, con una grazia e un controllo degni del suo soprannome. Poi, un sinistro d’esterno che ha lambito il palo. Un gesto tecnico superlativo, ma rimasto a metà. Se quel pallone fosse entrato, avremmo parlato di un gol da cineteca e la partita avrebbe preso tutt’altra piega. Un piccolo, quasi impercettibile, “what if” che ha tenuto il Milan con il fiato sospeso molto prima del vantaggio.
  • Il coraggio (e la testardaggine) di Gasperini e quel centravanti che non c’è. Tutti hanno notato la fase di risveglio della Roma nel secondo tempo, dopo la sfilza di palle-gol fallite dal Milan per andare sul 2-0, con la palla che girava incessantemente lungo il perimetro dell’area milanista. Ma quello che non si è notato è stata la frustrazione silenziosa di Gasperini e la chiara evidenza di un problema tattico. La Roma creava, fraseggiava, crossava, ma al centro dell’area… il vuoto. Mancava un vero bomber, una punta in grado di raccogliere quei palloni e trasformarli in oro. È in quel momento che la sua testardaggine, o forse la mancanza di alternative, si è fatta sentire. La Roma ha continuato a tessere trame, a cercare l’imbucata, ma senza un riferimento offensivo chiaro, il Milan si è limitato a chiudere gli spazi, costringendo i giallorossi a crossare a vuoto. Un “non-episodio” che racconta più di tante parole la necessità di un terminale offensivo di peso per la filosofia di gioco di Gasperini. L’ingresso di Dovbyk non è bastato, anche se la sua responsabilità stavolta è limitata.

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