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·23 décembre 2025

Napoli, un successo che porta la firma di Antonio Conte. Qual è stata la chiave della vittoria?

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Napoli, il primo trofeo porta la firma di Antonio Conte. La chiave per il successo partenopeo

La Supercoppa Italiana, primo trofeo della stagione 2025-26, parla napoletano. Un successo che porta la firma di Antonio Conte e dei suoi nuovi protagonisti, a dimostrazione di come il tecnico salentino abbia saputo reinventare la squadra.

Come sottolinea Sebastiano Vernazza nel suo editoriale su La Gazzetta dello Sport, se «nella scorsa stagione, Scott McTominay» era stato «l’uomo-copertina del Napoli dello scudetto 2025», oggi quel ruolo spetta a David Neres. La doppietta decisiva contro il Bologna in finale è solo l’apice di un rendimento in crescendo per il brasiliano, che «aveva già segnato nella semifinale contro il Milan e, prima ancora, in campionato, tre reti importanti contro Atalanta (doppietta) e Roma».


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Il Napoli ha cambiato pelle per necessità. «Un anno fa il Napoli veleggiava sull’asse McTominay-Lukaku, oggi fa leva sul duo Neres-Hojlund». Gli infortuni di big come Lukaku e De Bruyne hanno costretto Conte a trovare soluzioni alternative: ha chiesto l’acquisto di Hojlund, ha «scongelato Neres e si è inventato un nuovo sistema di gioco, con un tridente variabile». Vernazza evidenzia la capacità dell’allenatore di trasformare le difficoltà in risorse: «Conte ha trasformato la grana degli infortuni in un’opportunità di crescita e queste sono le cose che rendono grande un allenatore, la capacità di trovare soluzioni a problemi complessi».Questo secondo titolo del 2025 per Conte potrebbe avere ripercussioni anche sul campionato, lanciando un messaggio chiaro alle rivali, Inter in primis.

Il trionfo netto sul Bologna, che aveva eliminato i nerazzurri in semifinale, non significa automaticamente che il Napoli sia superiore, ma offre uno spunto di riflessione: «La trasferta in Arabia ha detto però che il Napoli ha vinto due titoli nell’anno solare 2025, e l’Inter zero […] e che il Napoli, a differenza dell’Inter, ha saputo imporre la propria forza nelle partite importanti». Un dato che pesa nella corsa scudetto, dove l’esperienza conta: «Tra Conte e Chivu scorre ancora qualche categoria di diversità. Conte sa come si arricchiscono le bacheche, Chivu è un apprendista vincente».

La Supercoppa ha ridimensionato anche il Milan, battuto nettamente in semifinale. Ora ai rossoneri, fuori dalle coppe, non resta che il campionato: «Il Milan ha il vantaggio dell’impegno unico. […] Sarebbe un errore imperdonabile, il modo migliore per auto-condannarsi a un’altra annata di transizione» se si accontentasse della sola qualificazione Champions. L’arrivo di Niclas Fullkrug, «colosso da un metro e novanta circa, tipologia di attaccante che al Diavolo mancava», obbliga Allegri a puntare al bersaglio grosso.

Infine, attenzione alla Juventus. «Sullo sfondo sta la Juve, qualche punto indietro rispetto alla fila indiana delle prime quattro in classifica». Sebbene la classifica sia ancora parziale per via dei recuperi, la presenza dei bianconeri non va mai sottovalutata: «Basta la parola, basta nominarla, la Juve, per allertarsi. Nessuno può stare tranquillo, se la Signora si iscrive al ballo». In un campionato apertissimo, l’esperienza in panchina potrebbe fare la differenza: «Lì davanti Allegri, Conte e Spalletti sono gli unici ad aver vinto almeno uno scudetto e forse questo dettaglio peserà».

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