Paratici non ha dubbi: «Tottenham? Mi hanno fatto veramente sentire a casa. Finali perse? Le ricordo veramente come un dolore fisico ancora adesso» | OneFootball

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Calcionews24

·13 novembre 2025

Paratici non ha dubbi: «Tottenham? Mi hanno fatto veramente sentire a casa. Finali perse? Le ricordo veramente come un dolore fisico ancora adesso»

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Paratici è intervenuto a Sky Sport, soffermandosi sugli aspetti della sua carriera: partendo dal ritorno al Tottenham dopo la squalifica

Fabio Paratici, oggi co-direttore sportivo del Tottenham, è tornato a parlare ai microfoni di Sky Sport Insider. Nell’intervista ha toccato diversi argomenti: dal rientro nel club londinese dopo la squalifica, al suo metodo di lavoro, fino ai ricordi legati agli anni indimenticabili vissuti alla Juventus.

L’ex dirigente bianconero ha voluto innanzitutto esprimere gratitudine al Tottenham, sottolineando il sostegno ricevuto dalla società durante il periodo più difficile della sua carriera.


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IL RITORNO AL TOTTENHAM – «Mi hanno fatto veramente sentire a casa. Sono arrivato a giugno 2021, poi a novembre c’è stata questa vicenda molto, molto forte. E non è facile: sei in un posto in cui ti conoscono parzialmente, hai paura che ti giudichino in modo diverso. E invece qui non mi hanno mai giudicato ma sempre sopportato e aiutato. Non c’è mai stato un momento in cui abbia sentito dubbi su di me. Sono rimasto da consulente per rispetto di questo club che non aveva nulla a che fare con quanto successo. Alla fine della squalifica, ho ripreso il mio lavoro. Devo ringraziare tutti.»

IL GIUDIZIO CHE CONTA – «Io mi riconosco come una persona più di parte tecnica. Ma quando hai un ruolo così e un club ti mette a disposizione quella che si chiama ‘la potenza di fuoco’ fatta di salari, investimenti e ammortamenti, tu hai un numero e devi cercare di fare il meglio possibile con questo. Io faccio questo lavoro da 22 anni ma solo con tre club: sei anni alla Samp, undici alla Juventus e cinque al Tottenham. E credo che meglio di chi lavora con te o dei tuoi proprietari, non ti possa giudicare nessuno. È l’unico giudizio che conta.»

LE FINALI PERSE – «La prima cosa che posso dire è che tutto quello che si vince si dimentica velocemente, mentre tutto quello che non si vince ti rimane nella testa. Ed è così anche per me: mi rimane di più quello che ho perso, come le finali in Champions con la Juventus, o la Supercoppa con il Tottenham, o ancora la finale di Coppa Italia con la Sampdoria, che è stata la prima disputata da dirigente. Le ricordo veramente come un dolore fisico ancora adesso. Quando vinci, ti sembra tutto quasi normale.»

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