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·29 Desember 2025
Conte-Marotta, lo scudetto si gioca anche a parole: Napoli tra prudenza e numeri

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In un campionato che non concede tregua sul campo, la battaglia si gioca anche, e forse soprattutto, davanti ai microfoni. Il dibattito sullo status di favorita per lo Scudetto è tornato prepotentemente al centro della scena, innescato da un botta e risposta a distanza che ha il sapore della vecchia rivalità tra Juventus e Inter, ma che oggi vede Antonio Conte difendere i colori azzurri contro il suo vecchio “nemico-amico” Giuseppe Marotta.
Al centro della contesa c’è la gestione della pressione. Da un lato la prudenza quasi ossessiva del tecnico salentino, dall’altro il tentativo della concorrenza di scaricare il peso del pronostico sugli avversari. La strategia comunicativa di Conte non è cambiata di una virgola rispetto al giorno del suo insediamento: profilo basso e realismo. Il tecnico ha ribadito con forza un concetto chiave: il titolo conquistato nella passata stagione va catalogato alla voce “quasi miracolo”. Eventi del genere, nella visione contiana, non si replicano per inerzia, specialmente quando la concorrenza risponde ai nomi di Juventus, Milan e Inter. “Per struttura, seconde squadre e valore patrimoniale, sono realtà diverse da tutti”, ha sottolineato l’allenatore del Napoli, evidenziando un gap strutturale che, a suo dire, non si colma con un solo scudetto. Una narrazione che ha trovato l’immediata opposizione di Giuseppe Marotta. L’amministratore delegato dell’Inter non ha usato giri di parole per rispedire la palla nel campo avversario: “Il Napoli è nettamente favorito. È la squadra campione e ha fatto investimenti importanti”. Un tentativo classico di “mind game” per togliere pressione all’ambiente nerazzurro e caricarla sulle spalle dei partenopei.
La disputa dialettica si intreccia con le variabili del campo. Se l’anno scorso il Napoli ha potuto costruire la sua cavalcata approfittando dell’assenza dalle coppe europee, in questa stagione la situazione si è ribaltata, favorendo teoricamente il Milan di Massimiliano Allegri. I rossoneri, liberi da impegni infrasettimanali, godono di settimane tipo per preparare le partite, un lusso che Conte quest’anno non può permettersi, impegnato com’è a gestire il doppio fronte. Al di là delle schermaglie verbali e delle teorie sui calendari, a fare giurisprudenza sono i dati nudi e crudi.
Dopo 17 giornate (e con una partita ancora da recuperare), il Napoli naviga al terzo posto con 34 punti, in scia a Inter e Milan. Il confronto con la stagione passata è impietoso solo per chi cerca la polemica a tutti i costi: un anno fa, allo stesso punto del campionato, gli azzurri avevano 35 punti. La differenza è infinitesimale: un solo punto in meno. Un dato che, come sottolineato anche dall’analisi di Tuttomercatoweb.com, suggerisce come le preoccupazioni siano premature, se non addirittura esagerate. La tabella di marcia di Conte è praticamente identica a quella che ha portato al tricolore, con la differenza che quest’anno la concorrenza corre più veloce. Ma il Napoli c’è, e la classifica lo dimostra meglio di qualsiasi conferenza stampa.
Andrea Alati









































