PianetaBari
·15 September 2025
Modena-Bari, l’analisi: le difficoltà in costruzione, i limiti in difesa e le prove <i>appannate</i> di Sibilli e Partipilo

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·15 September 2025
Per il Bari è stato un brusco ritorno sulla terra: se la chiusura del calciomercato aveva acceso un certo entusiasmo attorno alla squadra, la trasferta di Modena ha ricordato a tutti che il cammino degli uomini di Fabio Caserta è ancora lungo. Non ci si poteva illudere che la rosa fosse già pronta a lottare per le prime posizioni dopo le buone sensazioni mostrate con il Monza, così come non avrebbe senso gettare tutto alle ortiche per novanta minuti negativi, in cui quasi nessun giocatore ha raggiunto la sufficienza. Dal Braglia, però, sono comunque arrivate indicazioni da non sottovalutare, soprattutto per individuare gli aspetti che non hanno funzionato e sui quali bisognerà lavorare per crescere.
Lo stesso Caserta, al termine della gara, ha ammesso: «La prestazione non è stata come le altre. Da questo tipo di sconfitte bisogna prendere spunti per capire tante cose. Non serve buttare tutto: oggi c’è poco da salvare, ma confido nel lavoro dei ragazzi». Proprio per analizzare cosa non ha funzionato nei piani del Bari e quali siano gli aspetti su cui battere per migliorare, torna la nostra rubrica Il Bari a scacchi. Clicca qui per leggere la precedente puntata per l’analisi di Bari-Monza.
Copyright: SSC Bari
Fin dai primi minuti la pressione dei padroni di casa ha messo in difficoltà i biancorossi. Nell’immagine sottostante si nota chiaramente una delle situazioni tipiche con cui il Modena alzava il pressing sul possesso del Bari: uno degli attaccanti (in questo caso Gliozzi) si incaricava di chiudere la linea di passaggio verso destra, orientando così la costruzione sulla corsia mancina, dove scattava la pressione organizzata. A risultare decisiva è stata soprattutto la marcatura stretta di Di Mariano e Pyythia rispettivamente su Verreth e Braunöder, che ha tolto i riferimenti centrali alla squadra di Caserta. Quando i biancorossi provavano comunque ad allargare il gioco, Dorval (o talvolta Dickmann, anche se da quella parte si è avuto un po’ più di spazio) si trovava costretto a ricevere palla spalle alla porta, con pochissime linee di passaggio a disposizione. Se a questo si aggiunge una prestazione non brillante di molti singoli, si capisce come in avvio i galletti abbiano faticato molto a costruire, ricorrendo di frequente a lanci lunghi e imprecisi.
La pressione con cui il Modena ha messo in difficoltà il Bari. Gliozzi chiudeva la linea di passaggi a destra costringendo ad andare dall’altra parte, dove però c’era poco spazio
Qui si vede quanto descritto prima. Quando riesce a muovere il pallone sulle fasce, Dorval riceve palla in situazione scomoda e ha poche linee di passaggio
Se grazie a questa pressione per più di mezz’ora il Modena ha mandato in difficoltà il Bari, la parte finale del primo tempo è stata quella in cui gli uomini di Caserta sono riusciti ad avere un po’ di più il controllo del gioco. Oltre a guadagnare un po’ di metri, importante è stato l’abbassamento di Verreth in fase di costruzione: in questo modo i due terzini sono rimasti molto più alti, costringendo gli esterni avversari ad abbassare il baricentro e creando più linee di passaggio che, però, i biancorossi non sempre sono stati bravi a sfruttare. Questo ha permesso anche a Sibilli e Partipilo di giocare maggiormente dentro al campo, aumentando la densità in zona centrale e sollecitando in tal modo maggiormente la retroguardia emiliana.
La prima contromossa di Caserta, con Verreth in costruzione e i terzini molto alti per sollecitare la retroguardia del Modena. Da notare come in questo modo il Bari riusciva ad ottenere la superiorità numerica nella prima fase di costruzione e avere tanti uomini davanti per giocare il pallone.
Sullo sviluppo della situazione precedente si capiscono i vantaggi di questa situazione. Sibilli e Pagano riuscivano a creare il due contro uno in una situazione delicata, per di più la presenza di tanti uomini avanti impediva di raddoppiare sull’esterno lasciando l’uno contro uno a Dorval.
Se il Bari in questo modo si era creato potenzialmente le condizioni per poter far male al Modena, è anche vero che in pochissime occasioni ci è riuscito. A pesare sono state anche le prestazioni individuali. Per snocciolare alcuni numeri: zero tiri per Sibilli, nessuna conclusione nello specchio da parte di Partipilo, appena due dribbling riusciti in due. A questo si può aggiungere che Dorval non ha mai crossato e che Moncini è apparso evanescente. Il risultato è stata una squadra di fatto quasi mai pericolosa, se si esclude l’occasione (praticamente regalata dagli avversari) di Pagano in avvio.
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L’altro vero limite è stato l’aver sudato sette camice quando il Modena aveva palla. Fra i vari aspetti sulla fase di costruzione degli emiliani, c’è uno importante da sottolineare, ovvero quello relativo alle difficoltà che il Bari ha avuto sulle corsie laterali. Una volta superata la prima costruzione, la formazione di Caserta tendeva a ripiegare nella sua metà campo, coprendo soprattutto le zone centrali.
I pugliesi hanno però sofferto notevolmente i cambi di campo, soprattutto nella zona di Zanimacchia: l’esterno si è trovato più volte nella condizione di avere spazio libero per poter cercare l’uno contro uno, e non è un caso che proprio da un cross in questa situazione vi sia stata l’enorme ingenuità di Dorval che ha portato al rigore dell’1-0. La sensazione, in ogni caso, è che in difesa molte cose siano da sistemare, visto che anche Nikolaou è andato più volte in difficoltà, soprattutto quando Gliozzi lo costringeva ad andare fuori dalla sua area.
In queste due immagini si vede l’ampio spazio che il Modena riusciva a crearsi sugli esterni, soprattutto a sinistra.