DirettaCalcioMercato
·5 September 2025
Torino, Israel: “Il Toro è un grande club, ho origini piemontesi. Avevo offerte in Arabia, Messico e Brasile”

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·5 September 2025
Arrivato nel mercato estivo dallo Sporting CP, Franco Israel è pronto a difendere i pali del Torino in questa stagione: le parole del portiere granata.
Con l’addio in estate di Vanja Milinkovic-Savic, il Torino sul mercato ha rimpiazzato il portiere serbo con un estremo difensore di ottima esperienza, Franco Israel. Arrivato dallo Sporting CP, dove nell’ultima stagione ha anche vinto il campionato portoghese, il portiere uruguaiano in una recente intervista rilasciata ai canali ufficiali del club, ha commentato quelle che sono state le prime impressioni sul mondo granata.
Le prime impressioni sul Toro. “Sono contento di essere qui, ne approfitto per ringraziare i dirigenti e lo staff tecnico per l’opportunità e la fiducia. Torino è nel mio destino: la prima città che mi ha accolto in Italia è stata questa, poi sono andato a Lisbona, adesso torno qui. E’ nel mio destino”.
Aveva altre offerte? “Il mio manager ha svelato che avevo offerte in Arabia, Messico e Brasile, ma con quando è uscito l’interesse del Toro non ho avuto dubbi. Volevo giocare in Serie A, mi è rimasto quel desiderio. E’ un campionato importante, poi il Toro è un grande club: ho detto che volevo venire a tuti i costi. E’ il momento giusto per me, ho fatto partite di livello a Lisbona e sono cresciuto. Ora era giusto fare un passo in avanti e venire al Toro e in Serie A. E’ una sfida che volevo affrontare”.
Ci racconti della sua famiglia. “Ho origini piemontesi, i miei antenati erano di Bobbio Pellice, un paesino vicino a Torino. Mio bisnonno da parte di padre è partito ed è andato un Argentina, suo figlio è nato in Uruguay. Ho la cittadinanza italiana, in questo periodo andrò sicuramente nel paese delle mie origini. Mio papà mi segue ovunque, mia mamma invece è in Uruguay perché il lavoro non le permette di venire. Mio fratello ha due anni più di me, anche lui non viene spesso”.
Quando ha iniziato con il calcio? “Prima del calcio ho giocato a basket, ho iniziato a 6 anni. Poi mia mamma mi ha fatto cambiare sport e ho scelto il calcio. Dopo tre anni in cui ho fatto entrambi, ero in nazionale in entrambi gli sport: dovevo scegliere, e ho scelto il calcio. Ero più forte a basket, ma nel calcio avevo più amici”.
E sul ruolo? “Sono sempre stato portiere, mi piaceva il pallone tra le mani. Non ho mai provato altri ruoli, ma subito in porta. Come portiere, dicono che sono reattivo e che sono veloce con i piedi e con gli spostamenti. E poi ho una caratteristica mentale importante soprattutto per un portiere: se faccio un errore o una bella parata, mi lascio tutto indietro. Non possiamo rimanere con il pensiero di aver fatto bene o male, ma pensare subito a ciò che dobbiamo fare dopo”.
Si è lasciato benissimo con lo Sporting. “I tifosi dello Sporting e la società mi hanno fatto un video dimostrandomi grande affetto, li ringrazio davvero: è stata una parte importante della mia crescita, sono grato a loro. Ciò che cerco nelle squadre è di lasciare un bel ricordo, non solo come professionista ma anche come uomo. Abbiamo questa passione che è un lavoro, voglio sempre lasciare bei ricordi. E cercherò di farlo anche qui al Toro”.
A quale partita è più legato? “Allo Sporting giocavamo il derby nel 2024, mancavano poche partite e giocavamo contro il Benfica. Fu una bella gara, vincevamo dopo un minuto, poi hanno pareggiato. E nel secondo tempo, verso la fine, faccio una bella parata su Di Maria e poi facciamo gol in pieno recupero: al 2-1 è venuto giù lo stadio. Era una gara importante”.
Sente già la pressione per Toro-Juve? “Il derby è importante, ho fatto le giovanili alla Juve e si sente che in quelle sfide c’è un’aria diversa. Tutti i tifosi mi parlano del derby, ora per la prima volta sarà all’ultima giornata: giocheremo in casa nostra, dovremo fare bene e non vedo l’ora”.
A Lisbona si percepisce il legame con il Grande Torino? “A Lisbona tutti conoscono la storia, l’ultima gara fu proprio contro il Benfica. Al Filadelfia il Grande Torino hanno vinto tanti trofei, oggi ci alleniamo lì e si vede ancora la parte vecchia dello stadio: abbiamo stampati i nomi degli Invincibili, per noi è un’emozione. E sapere la storia è importante”.
E poi c’è l’obiettivo Mondiale. “Fare bene qui è importante, la Serie A è difficile: giocare partite di questo livello ti permette di stare nel giro della Nazionale. Tutti i giocatori hanno il sogno del Mondiale, è importante fare bene prima per il Toro e poi per questo obiettivo“.
Un saluto ai tifosi. “Non posso fare promesse, ma assicuro che lavorerò ogni giorno al massimo per fare il meglio”.
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