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·5 settembre 2025

Allegri Milan, Borghi lo difende: «Se raggiungesse questo risultato farebbe un miracolo. Ecco perchè»

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Allegri Milan, Stefano Borghi, noto commentatore e opinionista, ha parlato dei possibili obiettivi stagionali dei rossoneri

Nel panorama calcistico italiano, il Milan è sempre al centro del dibattito, e le recenti scelte societarie hanno acceso una discussione particolarmente accesa. Ospite del podcast di Cronache di Spogliatoio L’Ascia Radoppia, il giornalista di Sky Sport Stefano Borghi ha espresso un’analisi critica e per molti versi controcorrente sulla nuova squadra rossonera, guidata in panchina da Massimiliano Allegri e nel mercato dal nuovo direttore sportivo Igli Tare. Le sue parole, riportate fedelmente, dipingono un quadro di scetticismo riguardo l’omogeneità e la filosofia di fondo del progetto.


La critica di Borghi: “Un miracolo di Allegri per fare punti”

Borghi non ha usato mezzi termini, sottolineando che un eventuale successo del Milan in termini di punti e di risultati sarebbe da attribuire quasi esclusivamente al talento e alla bravura di Allegri. “Se il Milan fa tanti punti Allegri salva condotto fino a fine carriera. Perché se il Milan fa tanti punti è perché Allegri fa un miracolo,” ha dichiarato. Questo perché, a suo avviso, la squadra non è stata costruita con un’idea chiara e univoca. “Non sono né ottimista né pessimista, ma quella rossonera è evidentemente una squadra che non è stata costruita attraverso un’idea omogenea, e perseguita, con un’unità di intenti dalle componenti societarie,” ha spiegato il giornalista, mettendo in evidenza una presunta mancanza di sinergia tra le diverse anime della società rossonera. A suo dire, i punti ottenuti serviranno forse per raggiungere il quarto posto, ma un fallimento sarebbe un flop collettivo: “Se non ci arriva è un flop di tutti eh.”


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Lo scetticismo sul gioco e sull’attacco

Le perplessità di Borghi non si limitano alla costruzione generale della squadra, ma si estendono anche al campo e, in particolare, alla fase offensiva. Il giornalista ha manifestato la sua curiosità sul tipo di gioco che il Milan proporrà, pur sapendo che con un allenatore come Allegri il focus è spesso sul pragmatismo piuttosto che sul puro dominio del gioco. “Sono sempre più curioso dove andrà a parare dalla proposta di gioco, e forse con Allegri non è neanche giusto pensare questo perché guarda ad altro,” ha affermato, sottolineando come la “concretizza” e il “pragmatismo” siano le “condizione primaria” nella filosofia di Allegri. Il punto più dolente, secondo Borghi, è però l’attacco, definito come privo di un’idea precisa. “Non c’è un’idea dietro l’attacco del Milan. Sono successe queste cose. Punto,” ha chiosato, ricordando come il nuovo DS Tare avesse inizialmente parlato di un 4-3-3 di dominio e possesso, con un attaccante “alla Giroud”. Una promessa, secondo Borghi, non mantenuta. “Il Milan non gioca 4-3-3. Il Milan non giocherà di dominio e possesso, se non per alcune porzioni di partita. Il Milan non ha un 9 alla Giroud.” Una critica, quella del giornalista di Sky, che solleva interrogativi importanti sulle ambizioni e sulla reale direzione tecnica del nuovo Milan di Allegri e Tare.

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