gonfialarete.com
·30 ottobre 2025
Antonio Conte e il talento nell’assedio: come nascono le sue grandi vittorie tra polemiche e difficoltà

In partnership with
Yahoo sportsgonfialarete.com
·30 ottobre 2025

Il tecnico del Napoli sembra dare il meglio di sé quando è sotto pressione. Tra infortuni, critiche e tensione, Conte trasforma gli ostacoli in energia e risultati concreti. Ne parla la Gazzetta dello sport, a cura di Marco Ciriello.
Antonio Conte non teme la pressione: la ricerca della sfida e la gestione del conflitto sono il suo terreno ideale. Gli infortuni, i moduli complicati, le decisioni arbitrali contestate e le critiche pubbliche diventano strumenti per accendere la sua concentrazione e stimolare il gruppo.
Come spiega Marco Ciriello in un’analisi recente: “Il Conte assediato deve essere accerchiato, avere difficoltà molteplici, essere al centro di opposti estremismi, e allora funziona. Carbura nelle difficoltà. Se non soffre non è lui. Soffrendo, invece, cresce.”
Questa capacità di trarre vantaggio dalla pressione ricorda i grandi protagonisti della storia calcistica: Maradona, ad esempio, aveva bisogno di un clima di tensione costante per eccellere. Anche Conte sa inventare ostacoli quando non ci sono, mantenendo la squadra e se stesso sempre pronti.
Strategia, improvvisazione e controllo emotivo
Conte gestisce ogni sfida come un maestro di scacchi: pensa a lungo termine, ma reagisce in tempo reale agli imprevisti. Gli infortuni di giocatori chiave come Lukaku e Höjlund o la mancanza di spazi per Lucca non lo paralizzano, ma diventano occasione per trovare soluzioni tattiche, come l’impiego di David Neres per aprire il campo ad Anguissa.
“Non cerca problemi, ma risponde meglio quando è sotto pressione, con una morsa sul collo. È in questo modo che trova le soluzioni più brillanti.”
Questa combinazione di rigidità tattica e flessibilità operativa è uno dei tratti distintivi del Conte moderno: chiaro e diretto in campo, ma capace di navigare polemiche e tensioni esterne con la stessa efficacia di un sindacalista esperto.
Dalla sconfitta alla crescita: il metodo maradoniano
Ogni difficoltà per Conte diventa una leva per migliorare. La sconfitta di Eindhoven, ad esempio, è stata trasformata in esperienza propedeutica per lo scudetto successivo. Come sottolinea l’analisi, il tecnico capitalizza ogni momento negativo, trasformandolo in slancio positivo per squadra e ambiente.
“La sconfitta può essere il punto di partenza di una vittoria più grande. Diego Maradona aveva lo stesso bisogno di ostacoli per eccellere, e Conte applica la stessa logica con il suo gruppo.”
Il Conte doppio: allenatore e stratega dei media
Oltre al campo, Conte eccelle anche nella gestione dell’immagine e delle conferenze stampa. La sua doppia identità – tecnico rigoroso e comunicatore provocatorio – crea un effetto moltiplicatore: ogni polemica, ogni risposta pungente o gesto interpretato dai media rafforza la percezione di forza e determinazione.
“Ogni dettaglio, ogni sbuffo, ogni rimbrotto serve a costruire la tensione giusta. Meglio se poi si allargano le polemiche, perché alimentano il clima da battaglia che lui sa sfruttare al meglio.”
La concezione inglese del calcio e il dominio psicologico
Conte porta con sé un modello di calcio molto britannico: pioggia, fango, tackle e intensità costante. Questa filosofia non si limita al campo: si riflette nelle conferenze stampa, nella gestione della squadra e nella capacità di trasformare ogni situazione in un’opportunità competitiva.
In sintesi, il Conte assediato funziona perché vive in equilibrio tra pressione e strategia, tra ostacoli e soluzioni creative, tra tensione emotiva e disciplina tecnica. È un allenatore che prospera nel caos, trasformando ogni criticità in energia positiva per la squadra.









































