Calcionews24
·21 novembre 2025
Bologna, parla Cremonini: «Allo stadio torno quel ragazzo che seguiva i rossoblù in trasferta e andava in curva. Coppa Italia? Notte indimenticabile»

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Tra i cantati di maggior successo in Italia in questo momento, il bolognese Cesare Cremonini nutre anche una forte passione per il calcio e per altre discipline. Ne è un ritratto fedele la sua intervista odierna a La Gazzetta dello Sport.
I LUOGHI DELLO SPORT – «Ho una vera venerazione per i luoghi dove avvengono eventi, non solo sportivi ma di qualsiasi genere. Perché credo che quando 80.000 persone si uniscono succeda qualcosa di importante che va accompagnato con il massimo impegno perché resti qualcosa di quel vissuto. Credo nell’eternità dei luoghi».SI COMPORTA DA VERO TIFOSO – «Sì, quando sono allo stadio a vedere il Bologna. È lì che perdo spesso il controllo e mi dimentico di me, di chi sono, di chi ho intorno. Allo stadio torno quel ragazzo che seguiva i rossoblù in trasferta e andava in curva con suo fratello Vittorio a cantare».LA COPPA ITALIA – «Una notte indimenticabile. È stata una fortuna per me esserci e poter abbracciare in campo molti giocatori di cui sono amico come Riccardo Orsolini e Lorenzo De Silvestri, vedere la loro emozione, osservare da vicino l’anima di questo Bologna».L’ANIMA ROSSOBLÙ – «È un’anima che respira anche attraverso il comportamento e i valori che trasmette tutta la presidenza che ha una forte connessione con la tifoseria, è qualcosa che ci rende tutti orgogliosi. Bologna è tornata finalmente grande dimostrando che un calcio fatto in un ambiente sano è ancora possibile, anche oggi, non è affatto un’utopia».KIMI ANTONELLI IN F1 «Sì, Kimi mi piace moltissimo. Ci siamo incontrati nel paddock di Misano per la MotoGP, di cui lui è appassionato, e mi è sembrato subito un ragazzo davvero speciale. Uno di quelli che rappresenta il meglio delle nuove generazioni, che può farci sognare non solo per i risultati sportivi».LA MOTOGP SENZA VALE «Ovviamente no. È ciò che succede quando ogni grande dello sport lascia. Ma il percorso umano e professionale di Valentino ha lasciato un’eredità importantissima che ancora influenza e si respira nel paddock: è qualcosa che non passa quando una leggenda si ritira, ma che si continua a respirare nell’ambiente».A CENA CON I CAMPIONI «È difficile, da grande appassionato di sport ne porterei molti. Ma se dovessi sceglierne tre direi Adriano Panatta, per la personalità, Alberto Tomba, per la simpatia, e Michael Jordan per la passione. Tre grandi diversi, per tre motivi diversi».
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