Juventusnews24
·9 ottobre 2025
Brambati spiega: «C’è una differenza sostanziale tra Tudor e Thiago Motta. Ecco perchè i bianconeri hanno scelto il croato»

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·9 ottobre 2025
Massimo Brambati, ex calciatore e oggi procuratore, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio per commentare alcuni dei temi più attuali del nostro campionato. Il suo pensiero, sempre diretto e senza filtri, si è concentrato in particolare sul momento di forma di Rafael Leao e sulle recenti scelte tecniche della Juventus.
PAROLE – «Gli farei un appunto. Ha finalmente trovato l’allenatore giusto per esprimere tutto quello che ha dentro, deve tirarlo fuori. C’è tutto per tornare ai livelli dello Scudetto, quindi si deve svegliare. Questa sua apatia nel modo di affrontare gli impegni, al netto dell’infortunio, non è più giustificabile: ha tutte le qualità fisiche e tecniche per fare davvero la differenza. Non si può paragonare Motta a Tudor. Motta è stato una scelta pensata per un progetto, con un mercato costruito su misura, sia in entrata che in uscita. Tudor invece è stato chiamato solo per traghettare la squadra, per portare la barca in porto. Non era la prima scelta: è diventato tale quando Conte non era più un’opzione. È arrivato perché serviva qualcuno con dna Juve disposto a firmare per pochi mesi».
L’analisi su Rafael Leao è un vero e proprio richiamo alla responsabilità. Secondo Brambati, l’attaccante del Milan non ha più alibi. Nonostante un recente infortunio, il suo atteggiamento a tratti apatico non è più accettabile per un giocatore del suo calibro. L’ex calciatore sottolinea come il portoghese abbia ora tutte le condizioni favorevoli, incluso un allenatore che crede in lui, per tornare a essere quel giocatore devastante che trascinò i rossoneri alla vittoria dello Scudetto. L’invito è chiaro: Leao deve “svegliarsi” e mettere in campo con continuità il suo immenso potenziale.
Spostando l’attenzione sulle vicende di casa Juventus, Brambati ha tracciato una linea netta tra l’arrivo di Thiago Motta a inizio stagione e quello successivo di Igor Tudor. Non si tratta di due scelte paragonabili, ma di decisioni nate da presupposti completamente diversi. L’ingaggio di Motta, esonerato a marzo, era il frutto di una strategia a lungo termine: un allenatore scelto per avviare un nuovo ciclo, supportato da un mercato estivo costruito sulle sue indicazioni, con cessioni e acquisti mirati.
La nomina di Igor Tudor, invece, ha avuto tutt’altra natura. Brambati lo definisce senza mezzi termini un “traghettatore”, una soluzione d’emergenza accettata per guidare la squadra fino al termine della stagione e al Mondiale per Club. Secondo la sua ricostruzione, Tudor non era la prima opzione della dirigenza, che avrebbe virato su di lui solo dopo aver constatato l’impossibilità di arrivare ad Antonio Conte. La scelta è quindi ricaduta su un tecnico con un passato juventino, disposto ad accettare un incarico a breve termine per ricompattare l’ambiente in un momento di difficoltà.