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·15 ottobre 2025
Bressan: «Trapattoni mi ha voluto prima a Cagliari e poi a Firenze. Vi racconto delle cose su Allegri, O’Neill e Zeman»

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·15 ottobre 2025
Mauro Bressan è stato l’ospite dell’ultima puntata di Doppio Passo Podcast. L’ex giocatore di Cagliari e Fiorentina ha ricordato vari momenti della sua esperienza nell’isola: da Trapattoni a O’Neill, il tutto passando per Zeman e Allegri. Le sue parole:
TRAPATTONI – «Il Trap mi ha voluto a Cagliari prima e a Firenze poi. Devo dire che aver fatto bene gli anni a Bari, mi ha permesso di avere tre richieste tra cui scegliere: Roma, Napoli e Fiorentina. Ho scelto la Fiorentina perché mi voleva lui, è un grande allenatore ed il suo pregio più grande è la sua capacità di gestire tanto le situazioni quanto i giocatori. Farlo è difficile, ma lui sapeva come trattare me o altri giocatori come Batistuta. Non si esaltava mai in base a vittorie e sconfitte, faceva in modo che il trend della squadra fosse sempre equilibrato. Lui è stato un allenatore eccezionale. Quando perdevamo si sentiva di più, ma non in modo aggressivo, ti diceva “Dai ragazzi, abbiamo perso, ne parliamo domani”».
IL TRAP A CAGLIARI – «Tra le stagioni a Firenze e quella a Cagliari ho avuto dei momenti di difficoltà. Una volta in Sardegna avevamo perso una partita, e poi ci aspettava un ciclo di sfide di ferro. All’ultima partita di quelle difficili si è dimesso, questo perché sapeva che dopo che ne sarebbero state 4/5 “facili”. Sapeva gestire il clima della squadra, ma quando c’era da incazzarsi lo faceva!».
I LICENZIAMENTI DEGLI ALLENATORI – «Per la squadra è una sconfitta il licenziamento di un allenatore, a volte invece sei felice. per il Trap ci rimanemmo male perchè, a uno come lui, cosa gli vuoi dire? La sua scelta fu buona e nobile».
FABIAN O’NEILL – «Quando è arrivato si è visto subito che avesse qualcosa di superiore a tutti gli altri! A livello atletico e tecnico è il prototipo di giocatore moderno al giorno d’oggi, ti sapeva dare anche corsa e sostanza; questo quando stava bene. Il problema è che tante volte non stava al massimo della forma e già allora si annusava che potesse avere delle problematiche. Purtroppo la sua storia, da quel che ho letto e ho visto, è naufragata nell’alcol: è un vero peccato. Lui era andato anche alla Juventus, è un giocatore che magari fuori dal campo avrebbe avuto bisogno di qualcuno che gli desse una mano. Nel rettangolo di gioco era un giocatore molto forte ed importante, ti dico che potrebbe giocare pure di questi tempi! A livello era molto pacato, buono e tranquillo, se ne stava sempre con il suo mate. Non era un festaiolo o un casinaro».
ALLEGRI – «Non mi aspettavo che sarebbe diventato un allenatore, per me è stato una sorpresa. Gliel’ho detto anche di persona quando ci siamo visti (ride n.d.r.). Quell’anno lì ci eravamo frequentati, quando arrivò ci disse che aveva lasciato una donna all’altare. Ricordo che c’era molto gossip su quella cosa lì, è uno istrionico. Una volta in ritiro con il Cagliari mi chiese di seguirlo ed andammo al centro ippico, mi disse su quali cavalli scommettere. Lui fu il primo a farmi entrare in una sala scommesse per l’ippica! In campo era un giocatore di classe che aveva poca voglia di allenarsi, uno atipico ma con grande talento».
MARESCA – «Quando giocavo al Cagliari Maresca giocava in primavera, per cui alcune volte veniva aggregato alla prima squadra. L’ho conosciuto solo per gli allenamenti, si vedeva che era un buon centrocampista; caratterialmente non l’ho conosciuto bene».
ZEMAN – «La preparazione di Zeman era così distruttiva che il peggio non era tanto l’allenamento, era il dopo! Tu dopo dovevi mangiare minestrina e due insalate, stavo svenendo. Dopo vedevo altri giocatori come Di Biagio che erano belli sorridenti, allora li seguivo e vedevo che prima di mangiare in hotel andavano in una panicoteca».