Juventusnews24
·6 ottobre 2025
Buffon non dimentica Calciopoli e rivendica: «Gli scudetti nella mia carriera sono 11 o 13? Dipende dalle interpretazioni ma alla fine la cosa più importante è stata questa qui»

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·6 ottobre 2025
Gianluigi Buffon, leggendario ex portiere della Juve e della Nazionale, non smette mai di far sentire la sua voce. Premiato con la prestigiosa “Castagna d’Oro” a Frabosa Sottana, un riconoscimento dedicato alle eccellenze dello sport, l’attuale capo delegazione degli Azzurri ha colto l’occasione per una profonda riflessione sulla sua carriera, omaggiando i suoi maestri e, soprattutto, riaccendendo la fiamma mai sopita della questione Calciopoli.
BUFFON – «Gli Scudetti sono tredici e non undici, perché ci sono anche quelli vinti sul campo con la Juve e poi revocati con Calciopoli. Comunque, alla fine, più dei numeri contano le frasi che li hanno accompagnati, quindi grazie di cuore».
Prima della rivendicazione, c’è stato spazio per l’omaggio ai giganti che lo hanno ispirato. Buffon, con la consueta classe, ha voluto ricordare figure iconiche del nostro calcio come Gianluca Vialli, indimenticato campione e uomo di grande spessore, e Gigi Riva, leggenda assoluta e simbolo del calcio italiano. L’ex portiere ha sottolineato come la vera lezione dello sport sia quella di riconoscere il valore di chi è venuto prima, traendone insegnamento con umiltà e spirito di servizio. Un messaggio di grande profondità, che conferma la caratura umana del campione del mondo 2006.
Ma è sulla questione dei titoli revocati che Buffon ha lanciato il suo messaggio più forte e diretto. Con parole che non lasciano spazio a interpretazioni, ha ribadito un concetto caro a tutto il popolo bianconero: i titoli si vincono sul campo. Il riferimento è ovviamente ai due campionati cancellati dalle sentenze di Calciopoli, uno dei quali assegnato a tavolino all’Inter. Per Buffon, quei trionfi rimangono parte integrante e legittima della sua carriera e della storia della Vecchia Signora. Una presa di posizione netta, che riafferma un senso di appartenenza e un orgoglio mai scalfiti dal tempo e dalle sentenze.
Le sue parole non sono solo una questione di numeri, ma di principio. Quando Buffon dice “più dei numeri contano le frasi che li hanno accompagnati”, sta difendendo il sudore, la fatica e le emozioni di quelle stagioni. È la difesa di un’eredità sportiva che, secondo lui e milioni di tifosi, non può essere cancellata da una decisione presa fuori dal rettangolo di gioco. Un intervento che, ancora una volta, cementa il suo status di leggenda indiscussa e di eterno capitano per il mondo juventino.