Calcionews24
·5 novembre 2023
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Oggi Willy Gnonto compie 20 anni. Di cose attorno a lui ne sono successe davvero tante ed è più che probabile ne accadranno ancora parecchie in tempi brevi: è impensabile che a gennaio il ragazzo rimanga al Leeds, visto che sono molti i club italiani che stanno pensando al contributo che può garantire. Con tutto il rispetto per la Championship, è un lusso che un giocatore della Nazionale calchi i campi della Serie B inglese o, se preferite, uno spreco, tenendo anche conto che in questa prima parte di stagione l’aria da quelle parti è cambiata. La retrocessione del club e la richiesta di cessione da parte del giocatore hanno cambiato totalmente quel clima di entusiasmo che c’era al suo arrivo la scorsa stagione.
Oggi, vedendolo confinato in panchina (entrato in campo al novantesimo due giorni fa), sembra trascorso un secolo da quei giorni nei quali sembrava essere arrivato un nuovo astro del calcio internazionale. Il presidente del Leeds, Andrea Radrizzani, a Dazn ringraziò Dio per un’operazione di mercato che era stata anticipata rispetto ai tempi previsti e ne parlò in questi termini: «Gli voglio bene, è italiano e un ragazzo eccezionale. Difficile trovare un italiano di 19 anni che parli benissimo quattro lingue ed abbia una tale apertura mentale». Anche a lui, come a tanti altri, venne chiesto come mai Willy, già convocato da Mancini e piuttosto brillante nelle prime uscire, non avesse trovato una squadra di Serie A pronta a puntare su di lui e a scommettere sulla sua crescita: «Non saprei di preciso, forse il campionato svizzero non ha abbastanza appeal verso l’Italia. Abbiamo creduto in lui e pensavamo ci volesse comunque più tempo ma è esploso perché è umile, concreto e intelligente nel gioco. Sa gestire tempi e spazi».
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E arriviamo proprio al Ct, che prima di tradirci e scegliere i petrodollari, ha avuto il merito di svecchiare il nostro calcio, lavorando sul paradosso di vestire d’azzurro giovani ignorati dai più. In una conferenza stampa, il Mancio – che è esploso da minorenne ed evidentemente ha giusti pensieri su cosa si debba fare con il talento in erba – usò proprio il nome di Gnonto tra quelli sui quali fare un ragionamento più ampio sui problemi del calcio delle nostre parti: «In Italia non gioca più nessuno per strada. Noi giocavamo 3-4 ore per strada e poi andavamo ad allenarci, oggi questo non accade più. Non è un caso se giocatori nascono ancora in quei paesi, come Uruguay, Argentina o Brasile, dove si gioca ancora molto per strada. Perché Gnonto in Italia non l’ha preso nessuno? Poteva giocare per la Sampdoria o la Fiorentina. Nessuno l’ha preso, però gioca titolare in Premier League. In Olanda c’è Oristanio che gioca bene in Eredivisie. Zaniolo è un po’ l’emblema, non giocava e poi s’è ritrovato titolare in Champions League. Noi dobbiamo cercare di andare a scovarli da qualche parte, in tutti i modi».
Willy è un simbolo non solo per la condizione anagrafica o perché promosso dalla Svizzera in cui giocava. Lo è perché ha fatto la storia, diventando il più giovane ad avere fatto gol in Nazionale, un primato che resisteva da decenni e che lo ha eletto, a un certo punto, come personaggio su cui interrogarsi. Anche recentemente SportMediaset ne ha scoperto desideri e ambizioni: «Sono grato a Mancini per tutte le occasioni che mi ha dato. Il periodo dell’esordio in azzurro è stato il più bello della mia vita. Quei ricordi resteranno per sempre con me, ma adesso sono sicuro di poter migliorare tanto anche con Spalletti, potrà dare un grande aiuto all’Italia. Esordire con la Nazionale era quello più grande, il sogno di tutti i bambini che iniziano a giocare e io ho avuto la fortuna di realizzarlo prestissimo. Però ho tanti altri obiettivi e spero di riuscire a realizzarli tutti nel corso della carriera. È difficile dire dove posso migliorare, penso in tutto. Ho tanti pregi, ma molti più difetti. So di avere anche tantissimo tempo per crescere e cerco di farlo ogni giorno».
Osservate con attenzione i prossimi giorni. A Natale, a ridosso della riapertura del mercato, sarà uno dei nomi più gettonati. A meno che si finisca per non andare all’Europeo perché allora lui e la sua generazione verrà considerata bruciata prima ancora di essersi affermata.