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·6 ottobre 2025

Capello su Italia-Israele: «Giocare serve per questo motivo. Ammiro molto Gattuso su…»

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Italia-Israele, Capello: «Si deve giocare. Gattuso ha avuto coraggio»

Il match Italia-Israele continua a far discutere non solo dal punto di vista sportivo, ma anche per le implicazioni che lo circondano. A prendere posizione è stato Fabio Capello, uno dei volti più autorevoli del calcio italiano, che ha commentato la situazione ai microfoni di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1.

Capello è stato chiaro: secondo lui la partita Italia-Israele si deve giocare, senza lasciarsi condizionare da questioni politiche o esterne al campo. «Bisogna lasciare da parte la politica. Lo sport deve unire, non dividere», ha detto l’ex allenatore di Milan, Roma, Juventus e Real Madrid. Le sue parole arrivano in un momento delicato, in cui il dibattito pubblico è molto acceso e l’organizzazione dell’amichevole è diventata un tema non solo sportivo.


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Oltre alla questione legata al confronto Italia-Israele, Capello ha parlato anche del nuovo commissario tecnico Rino Gattuso, recentemente subentrato in panchina. «Ha avuto il coraggio di accettare una situazione difficile, non come chi molla a metà percorso», ha sottolineato, in una chiara stoccata a chi ha lasciato l’incarico tecnico nelle ultime settimane.

Sul piano del gioco, Capello ha riconosciuto alcuni aspetti positivi visti nella recente prestazione dell’Italia, sottolineando l’agonismo e l’impegno dei giocatori: «L’Italia si è battuta su ogni pallone, ha giocato con il cuore. Ma manca ancora qualcosa sul piano della qualità e della velocità.» Per l’ex tecnico, il match contro Israele potrà diventare un test importante non solo per verificare la condizione fisica, ma anche per comprendere la reale consistenza del progetto tecnico avviato da Gattuso.

Il match Italia-Israele, previsto nelle prossime settimane, non è solo un’amichevole sul calendario: è un’occasione per vedere all’opera una Nazionale in fase di transizione, alle prese con cambiamenti tattici e nuove gerarchie. Allo stesso tempo, è anche un evento che chiama in causa la responsabilità del calcio come strumento di dialogo, in un contesto internazionale complicato.

La posizione di Capello è netta: niente rinvii, niente esitazioni. Il campo deve parlare. E l’Italia, in un momento cruciale per la propria identità sportiva e istituzionale, ha l’obbligo di esserci.

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