Caprile: «Non ho mai chiesto di essere ceduto! Ho dormito poco dopo la sfida di Napoli, ma ora pensiamo al Parma» | OneFootball

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·8 settembre 2025

Caprile: «Non ho mai chiesto di essere ceduto! Ho dormito poco dopo la sfida di Napoli, ma ora pensiamo al Parma»

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Elia Caprile, portiere classe 2001 del Cagliari, ha rilasciato un’intervista nella quale ha parlato di calciomercato, mister Fabio Pisacane ed il suo futuro

Elia Caprile si è aperto nella lunga intervista concessa per l’edizione odierna del quotidiano L’Unione Sarda. Il portiere del Cagliari ha parlato tanto della sfida con il Napoli quanto di quella con il Parma e non solo. Le sue parole:

NAPOLI-CAGLIARI – «Dopo la partita ho dormito poco. Per quanto fossimo tutti consapevoli di aver fatto una grande prestazione contro una squadra che solo pochi mesi fa si è rivelata la più forte del campionato. Delusione o soddisfazione? A caldo, ti rimane impressa la sconfitta, mancava così poco. Poi i giorni passano, ci ripensi. Diciamo che serve il giusto mix. Devi essere arrabbiato perché si è persa una partita ormai finita, ma anche consapevole che con queste prestazioni, i punti arriveranno».


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AZIONE DEL GOL – «L’ho rivista bbastanza. Da soli, insieme. Anche per capire cosa si poteva fare meglio, a livello individuale, a livello di squadra. Però è un episodio passato, siamo proiettati sul Parma».

CAGLIARI-PARMA – «Tutte le partite sono scontri diretti. Affrontiamo una squadra che potrebbe giocarsi la salvezza con noi, certo. Ma dobbiamo e vogliamo pensare di ottenere punti contro chiunque».

RISCATTO E PERMANENZA A CAGLIARI – «Io non ho mai forzato la mano per andare via. Ci sono stati degli interessamenti, però il Cagliari ha fatto uno sforzo economico per tenermi qua. E da quel momento, mi sono concentrato solo sul Cagliari. Non mi sono mai permesso nemmeno di chiedere a qualcuno se ci fossero novità».

DAVIDE NICOLA – «A lui posso solo dire grazie. Per avermi dato fiducia a Empoli, soprattutto nei primi mesi, quelli più difficili, e per avermi voluto fortemente l’anno scorso qua a Cagliari. L’ho sentito quando le strade col Cagliari si sono divise. L’ho chiamato per ringraziarlo».

IL RUOLO DEL PORTIERE CON PISACANE – «La prima cosa che ti chiede mister Pisacane è di parare, come chiedeva mister Nicola. Vuole che si giochi un po’ di più dal portiere. Ma a entrambi interessa che il portiere pari e che si vincano le partite. Prospettive del Cagliari? Siamo tutti consapevoli che l’obiettivo è quello di salvarsi. Ottenuta la salvezza, potremmo eventualmente pensare a puntare a qualcos’altro».

NUOVI ACQUISTI – «Mi ha sorpreso Semih Kiliçsoy. Intanto mi piace come si pone, come persona. Poi è un giocatore di qualità. E se gli verrà dato tempo, cosa che succederà sicuramente qui, potrà regalare tante soddisfazioni ai tifosi. Esposito e Folorunsho dopo Bari? Quella finale lì non è un argomento di cui parliamo volentieri. Ci siamo giusto detti che la vita a volte è proprio strana e ti regala delle storie particolari. Ora siamo tutti e tre a Cagliari pronti a dare tutto per questa maglia».

NAZIONALE – «È una speranza, ma anche un obiettivo. So bene che la Nazionale passa per quello che riuscirò a fare col Cagliari. Lo stato di salute dei portieri italiani direi che è ottimo. La scuola nostra è sempre la migliore».

SITUAZIONE DONNARUMMA, SVILARI E BUFFON – «Ci sono dinamiche che non conosciamo. Sicuramente Luis Enrique non è l’ultimo arrivato e sa quello che fa. Certo lasciar andar via il miglior portiere al mondo fa strano. Sono felice per Gigio che alla fine sia andato al City. Il più forte in Serie A è Svilar, sempre lui. La mia ispirazione è Buffon, un idolo assoluto. Quando è venuto ad Assemini non abbiamo avuto modo di parlare perché ci stavamo allenando. Ho avuto la fortuna di farlo quando ero al Bari e lui giocava ancora. Incontrarlo è stata una delle emozioni più grandi».

RAPPORTO CON CAGLIARI E IL FIGLIO IN ARRIVO – «Mi trovo bene, la mia compagna pure. È una città che ti offre tutto, tranquilla allo stesso tempo. Mio figlio nascerà a Cagliari, appunto. Paternità? Credo che sia la cosa più bella al mondo. Sono impaziente, mancano due mesi e non vedo l’ora di iniziare questo nuovo percorso. Voglio essere un bravo papà. Spero in un mondo migliore per lui, ma per questo la responsabilità è nostra».

NUMERO UNO E PARATE CHE LO ESALTANO – «È il numero del portiere, Buffon aveva il numero uno. Io lo prendo per la prima volta e sono contento di essere il numero uno del Cagliari. Mi esaltano da morire le uscite sui cross. Mi piace prevenire l’azione, credo anche siano le più apprezzate dai compagni. Più di un rigore? Parare un rigore è qualcosa di inspiegabile, magari al 90′ o quando stai vincendo 1-0. Belle le prime parate a San Siro, col Milan. Era una sensazione che mi mancava. Poi una a Bologna su un calcio d’angolo con deviazione di Zappa. Un’altra in casa su Zaccagni contro la Lazio».

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