Caressa punta il dito: «Può essere solo colpa dell’allenatore? Ne sono cambiati tre! Non cresce in personalità la Juventus». La critica del giornalista | OneFootball

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·25 novembre 2025

Caressa punta il dito: «Può essere solo colpa dell’allenatore? Ne sono cambiati tre! Non cresce in personalità la Juventus». La critica del giornalista

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Caressa, noto giornalista e telecronista, ha commentato così il momento vissuto dalla Juventus. Ecco le sue dichiarazioni

Il pareggio di Firenze (1-1) ha allungato la striscia di risultati utili della Juventus, ma ha anche confermato una tendenza preoccupante: la difficoltà a vincere. Dopo la partita del “Franchi”, Fabio Caressa ha analizzato il momento dei bianconeri sul suo canale YouTube, offrendo una disamina lucida e preoccupante che scagiona parzialmente gli allenatori e mette sul banco degli imputati la struttura della squadra.

Il “dejà-vu” tecnico: tre allenatori, stessi difetti

Il giornalista di Sky Sport ha evidenziato una continuità negativa che attraversa le ultime tre gestioni tecniche. “Thiago Motta pareggiava e la squadra più o meno giocava così“, ha esordito Caressa, riferendosi al tecnico italo-brasiliano esonerato a marzo 2025.


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Il copione, secondo l’opinionista, non è cambiato con il suo successore: “Tudor pareggiava e più o meno la squadra giocava così“. E ora, la storia si ripete: “Spalletti pareggia, la squadra al momento gioca uguale a come giocava con Tudor, con gli stessi difetti e con pochi pregi“. Luciano Spalletti sembra scontrarsi contro lo stesso muro dei suoi predecessori.

Non è colpa della panchina: l’accusa ai giocatori

La domanda di Caressa è retorica ma tagliente: “Può essere solo colpa dell’allenatore? Ne sono cambiati tre. Il problema, dunque, risiede altrove, nel midollo di una rosa che sembra impermeabile ai cambi di guida tecnica.

Certo, Spalletti merita pazienza: “È arrivato da poco, c’è stata in mezzo la sosta delle nazionali, ha bisogno di più tempo“, concede Caressa. Tuttavia, l’allarme è immediato perché non si vedono segnali di evoluzione.

“Non cresce la voglia di rischiare”

La conclusione è una bocciatura caratteriale del gruppo. “Ci sono delle cose che non crescono. Non cresce in personalità la Juventus, non cresce nella voglia di rischiare dei giocatori“. Una squadra “piatta”, incapace di alzare il ritmo e di prendersi quelle responsabilità necessarie per tornare a vincere, indipendentemente da chi siede in panchina. Un messaggio forte alla vigilia della decisiva sfida di Champions contro il Bodø/Glimt.

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