Calcio e Finanza
·13 ottobre 2025
Caso Crystal Palace, UEFA pronta ad allentare le norme sulla multiproprietà

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·13 ottobre 2025
L’esclusione del Crystal Palace dall’Europa League di questa stagione, con conseguente retrocessione in Conference, starebbe spingendo la UEFA a rivedere alcune delle proprie regole relative alla multiproprietà.
Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, una modifica proposta e in corso di valutazione dal massimo organismo del calcio europeo, che è stata discussa nella recente assemblea della European Football Clubs (EFC) tenutasi a Roma, riguarderebbe la deadline imposta ai club per dimostrare che due società non siano strettamente correlate e avere così il via libera per partecipare eventualmente alla medesima competizione. Attualmente entro il 1° marzo i due club devono dimostrare la loro totale indipendenza, ma non è detto che questo limite temporale non venga spostato più in là.
Infatti, i sorteggi dei primi turni di qualificazione per Europa e Conference League sono previsti per giugno, e la UEFA sta valutando se estendere il termine sulla eventuale multiproprietà di due squadre qualificatesi alle coppe europee proprio nei primi giorni di quel mese.
Il meccanismo standard per evitare una violazione da parte di due club è la creazione di un blind trust per gestire una società, come fatto in passato da Manchester City e Manchester United con Girona e Nizza. Tale misura non è stata adotta in tempo da Crystal Palace e Lione che condividevano come proprietà la Eagle Football Holdings di John Textor. Proprio l’imprenditore statunitense ha venduto la sua quota di maggioranza del club inglese a Robert Wood Johnson.
Destino peggiore di quello del Palace è toccato agli irlandesi del Drogheda e agli slovacchi del Dunajska Streda, entrambi esclusi dalle competizioni europee dopo essersi qualificati per la Conference League. I primi sono di proprietà del fondo statunitense Trivela Group, così come altri tre club (gli inglesi del Wallsal, i Trvela FC Togo e i danesi del Silkeborg) mentre la compagine slovacca è al 90% sotto il controllo magnate ungherese Oskar Vilagi che è proprietario anche degli ungheresi del Gyori.
Tornando al Palace, la compagine inglese è stata retrocessa in Conference League dopo che l’organo di controllo finanziario dei club della UEFA ha rilevato come fosse stata superata la data limite del 1° marzo per creare un blind trust in cui riporre le quote del club. Una misura necessaria e fondamentale visto che all’Europa League 2025/26 partecipa anche il Lione che in quel momento era sotto il controllo di Textor.
Il tutto è stato confermato dal TAS in un secondo momento visto che Textor al momento della valutazione aveva un’influenza decisiva su entrambi i club, nonostante successivamente avesse venduto il 44,9% delle azioni del Palace a Woody Johnson prima dell’inizio della competizione europea. Lione che è andato in Europa League per via del regolamento UEFA che prevede come in questi casi a prevalere sia il piazzamento in campionato, nonostante gli inglesi avessero vinto l’ambita e prestigiosa FA Cup battendo in finale il Manchester City.
A nulla è valsa la difesa del Palace che ha ricordato come al 1° marzo 2025 la squadra fosse ancora agli ottavi di finale di quella FA Cup che un paio di mesi dopo gli avrebbe consegnato il primo trofeo della propria storia, seguito poi ad agosto dal Community Shield, con un’altra vittoria di prestigio come quella contro i campioni in carica della Premier League del Liverpool. Un periodo storico per il Palace che però è coinciso con la retrocessione dall’Europa League alla Conference per un regolamento sulle multiproprietà che la UEFA sarebbe ora pronta a modificare rendendo più flessibili le proprie scadenze.