Calcio e Finanza
·8 ottobre 2025
Caso Osimhen, le chat tra Giuntoli e Pompilio: «Niente mail, non lasciamo tracce»

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·8 ottobre 2025
È il primo pomeriggio del 17 luglio 2020. Il campionato è ancora in corso a causa dello slittamento dovuto alla pandemia di Covid e due dei principali dirigenti del Napoli stanno scambiandosi le bozze di un contratto da 70 milioni di euro. «Speriamo rifiutino… sennò dovremo darci alle rapine», scrive l’amministratore delegato Andrea Chiavelli all’allora direttore sportivo Cristiano Giuntoli, accompagnando la battuta con una serie di emoticon. Dalle conversazioni sembra chiaro che i primi ad avvertire i rischi dell’operazione siano proprio loro. Si tratta di una delle prime versioni dell’offerta al Lille per l’acquisto di Victor Osimhen, proposta che cambierà più volte forma nei giorni successivi.
Pochi minuti dopo, sulla stessa bozza, si apre un nuovo scambio di messaggi: Giuntoli ne parla con il suo vice, Giuseppe Pompilio. Nessuno dei due risulta indagato, ma entrambi sono figure centrali del club che, nel 2023, con Luciano Spalletti in panchina, conquisterà lo scudetto dopo 33 anni di attesa. Quell’estate Giuntoli passerà alla Juventus, seguito un anno più tardi dallo stesso Pompilio.
La Guardia di Finanza, nelle sue indagini, ha ricostruito in dettaglio le loro chat di quelle ore, riportate dal quotidiano La Repubblica. «Sto fermo – scrive Giuntoli – infatti mi ha detto di mandarla, sperando che non accettino. Devo parlare con Aurelio. Che terrorista». I dubbi del ds riemergono con forza. «Questo è terrorismo psicologico», replica Pompilio. Giuntoli insiste: «Terrorista. Scrivi che siamo stati fortunati che Amrabat e Kumbulla non sono voluti venire. Altrimenti bisognava giocare il campionato con Petagna», un riferimento alla scarsità di risorse disponibili per il mercato. Ma quel «scrivi» fa scattare l’allarme nel suo vice: «Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano. A voce quello che ti pare».
Sono poi sempre Giuntoli e Pompilio a seguire personalmente il trasferimento al Lille dei tre giovani della Primavera — Manzi, Palmieri e Liguori — operazione al centro della contestata plusvalenza. Secondo la Guardia di Finanza, le trattative furono «eterodirette dagli stessi dirigenti come si evince dalla chat WhatsApp tra Pompilio e Giuntoli del 20 luglio». In quella conversazione, Giuntoli indica a Pompilio cosa comunicare al procuratore: «Questo lo manda il procuratore del giocatore al Lille». E ancora: «Il Lille lo chiama e dopo averlo chiamato gli dice che le condizioni del contratto vanno bene…». Fino alla conclusione: «Dopo averlo chiamato gli scrive e gli chiede di fargli sapere eventuali club interessati».
A quel punto i due iniziano a lavorare per definire le valutazioni da inserire nei contratti dei tre ragazzi. Giuntoli deve inviare a “Roma” (con ogni probabilità agli uffici della Filmauro di De Laurentiis) una bozza di offerta al Lille con stime indicative sui valori dei giovani. Pompilio spiega: «Sono miei appunti. Per analizzare la posizione dei nostri da trasferire a loro, mi ci vogliono almeno 2-3 ore. Devo fare scaricare dal sistema lo storico federale di tutti e poi fare i singoli calcoli. Appena finisco te lo giro». Ma Giuntoli sembra impaziente: «Allora fallo fare. E approssimativamente. Gli diamo uno specchietto della previsione al volo. Poi gli mandiamo la mail». A quel punto Pompilio si spazientisce: «Cri fidati. Non puoi renderti conto di cosa ti ha chiesto. Fammi lavorare».
Negli atti, la Procura sottolinea come «i procuratori dei tre calciatori Manzi, Palmieri e Liguori hanno confermato che l’operazione è stata gestita in tutte le fasi dai dirigenti del Napoli e in particolare da Pompilio». A rendere la situazione ancora più delicata è una mail interna al Lille che getta ulteriori ombre sull’affare. Julien Mordacq, direttore amministrativo e giuridico del club francese, scrive al Ceo Marc Ingla: «È mio dovere metterti in guardia di nuovo a proposito dei rischi connessi a questo affare, in ragione degli elementi che ti ho esposto verbalmente. Ogni particolare ritenuto “strano” potrebbe generare domande sull’insieme di queste operazioni (accordi relativi a 5 giocatori) e bisognerà apportarvi elementi di risposta reali e giustificazioni». Quelle stesse spiegazioni che ora potrebbe chiedere anche il Tribunale di Roma.