Castán: «Quando ho scoperto del tumore è stato terribile. Andai a Torino e poi a Cagliari, ma non ero più io» | OneFootball

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·30 ottobre 2025

Castán: «Quando ho scoperto del tumore è stato terribile. Andai a Torino e poi a Cagliari, ma non ero più io»

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Leandro Castán, ex giocatore del Cagliari, è intervenuto in merito al periodo più buio della sua vita. L’intervista per la Rosea desta commozione

La vita è fatta di alti e bassi, e per Leandro Castan, difensore brasiliano ex Cagliari, tutto è cambiato in un attimo. A soli 27 anni, con una carriera che sembrava in ascesa e una sessantina di presenze in Serie A, il centrale difensivo si è trovato a dover affrontare un dramma inaspettato.

L’evento che gli ha cambiato la vita

Castan, che all’epoca era nel giro della Nazionale brasiliana, ha raccontato di come la sua vita calcistica sia stata stravolta a causa di un tumore al cervello. Un giorno si sveglia calciatore, il giorno dopo non lo è più. Un momento che ha segnato profondamente la sua carriera e la sua vita, come ha raccontato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Vi riportiamo alcune delle sue dichiarazioni:


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FINE CARRIERA«In quei 15′ è finito tutto. Maicon andò da Garcia e disse “Leo sta male, cambialo”. Sono uscito dal campo e non sono più rientrato. Il giorno dopo mi sono svegliato con un mal di testa particolarmente acuto, sono andato in ospedale e ho fatto una risonanza. Il corpo non rispondeva più, ho avuto paura di morire».

DIAGNOSI«All’inizio la Roma non mi ha comunicato nulla, sicuramente per proteggermi. Capivo che erano preoccupati, mi dicevano solo di stare calmo. Quando l’ho scoperto è stato terribile. Sono passato dalla lotta per vincere lo scudetto con i giallorossi a stare in un letto d’ospedale a combattere con un tumore. Un incubo, vomitavo ogni giorno. Avevo perso 15 kg in due settimane. L’obiettivo era diventato sopravvivere, altroché. Il calcio in quei momenti viene dopo».

MESSAGGI«Sì, tantissimi. Molti di questi inaspettati. Ricordo mi scrisse Baresi, fu incredibile. Poi Del Piero, Bonucci e altri. Oltre a tutti i miei compagni, sono stati fantastici».

CARRIERA«Mi dispiace non essere riuscito a rimanere a quel livello. Ce l’ho messa tutto, non è bastato. Il mio successo è stato riuscire a tornare in campo. A un certo punto, però, allenarsi era diventato deleterio. Ho provato anche ad andare in prestito per giocare e riprendere fiducia e minuti: sono stato prima a Torino e poi a Cagliari. Ma non ero più io. E quando la Roma decise di non rinnovarmi il contratto scelsi di tornare in Brasile. Poi, dopo un paio di anni, ho mollato tutto».

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