Inter Milan
·15 ottobre 2025
Chivu: "Contro la Roma serve lucidità e coraggio"

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·15 ottobre 2025
L'Inter è pronta per tornare in campo dopo la sosta delle Nazionali: sabato alle 20:45 i nerazzurri affronteranno la Roma all'Olimpico nella gara valida per la 7.a giornata di Serie A.
Alla vigilia della sfida contro i giallorossi Cristian Chivu ha risposto in conferenza stampa alle domande dei giornalisti.
Dopo la Cremonese aveva detto che la sosta poteva essere importante per ricaricarsi. Come ha ritrovato i suoi giocatori e come vede la squadra in vista della partita di domani? "Sono tornati tutti sani, senza problemi. È chiaro che alcuni hanno accumulato diversi minuti in nazionale, qualcuno ha giocato anche due partite da novanta. Per questo abbiamo dato loro qualche giorno in più di riposo e li abbiamo gestiti per averli domani al meglio, sia fisicamente che mentalmente".
Domani arriva la miglior difesa d’Europa: come si affronta una squadra organizzata e aggressiva come la Roma di Gasperini? "Della Roma mi piace la continuità che ha dato al lavoro precedente di Ranieri, aggiungendo le idee di Gasperini. Ha trovato il giusto equilibrio tra la solidità difensiva e la marcatura a uomo. È una squadra organizzata, che difende bene, sa interpretare i momenti, viene avanti con coraggio e determinazione ma sa anche chiudersi con ordine. Dovremo essere lucidi e rapidi nel capire dove possono concedere qualcosa, sfruttare i momenti giusti e colpire con decisione".
Davanti alla difesa a uomo di Gasperini, è più adatto un attaccante come Bonny o come Pio? "Ho tre attaccanti e sono tutti bravi a interpretare quel ruolo, a prescindere da come difendono gli avversari. Sono capaci di adattarsi e di improvvisare se serve".
Le prossime partite - Roma, Saint-Gilloise e Napoli - sembrano già decisive. Cosa si aspetta? "Mi aspetto di ripartire da quello che abbiamo fatto contro la Cremonese: determinazione, grinta, continuità. Dobbiamo consolidare i nostri punti di forza e fare un passo in avanti, non tornare indietro. Sappiamo quanto siano importanti tutte le partite, perché ormai abbiamo imparato a trattarle tutte come finali. Non conta se affrontiamo una grande o una piccola: ciò che importa è la nostra mentalità, la nostra voglia di essere dominanti e di imporre il nostro gioco. Questa squadra ha qualità, valore e ambizione per restare agganciata su tutti i fronti e arrivare fino in fondo".
Che effetto le fa ritrovare Gasperini? "Con lui ho un ottimo ricordo, anche se l’esperienza è stata breve. Mi aveva lasciato una grande impressione, confermata poi da tutto quello che ha fatto in carriera. A Bergamo ha rivoluzionato il modo di intendere il calcio, portando innovazione e coraggio. È stato un punto di riferimento per tanti noi giovani allenatori. Mi ricordo che con lui avevo fatto una delle migliori preparazioni della mia carriera, ero al top fisicamente e mentalmente. Purtroppo i risultati non arrivarono subito, ma ha dimostrato tutto il suo valore, diventando un esempio per molti".
Si parla molto di Pio, anche dopo il gol in nazionale. Come si gestisce un ragazzo così giovane e già al centro dell’attenzione? "Con lui parlo spesso, perché credo sia giusto dargli qualche consiglio. È un giocatore dell’Inter e della Nazionale, quindi la pressione fa parte del gioco. L’importante è evitare paragoni inutili: è ancora giovane, ma ha una mentalità e una professionalità già molto mature. È un profilo internazionale, apprezzato ovunque. Non bisogna dimenticare che in due mesi gli è cambiata la vita, ma era quello che voleva. Adesso è sul palco: deve ballare, imparare a stare, anche a sbagliare, e continuare con la stessa motivazione di sempre per migliorarsi".
Ha detto che Gasperini è stato un modello: cosa ha preso da lui come allenatore? "Il suo modo di interpretare il calcio, la fase difensiva, il coraggio e l’innovazione che ha portato. Ha avuto successo anche a livello internazionale, vincendo un’Europa League. Ha mostrato che si può osare, che si può proporre qualcosa di diverso. Io, come tanti altri, ho cercato di prendere spunto dalle sue idee, adattandole al mio modo di vedere il calcio. Rubare dai migliori è fondamentale, e lui è sicuramente tra i più bravi".
Giocherà Sommer? E Thuram quando tornerà? "Sì, gioca Sommer. Per Thuram vedremo, non lo so ancora".
Che effetto le fa tornare a Roma da allenatore? "I quattro anni a Roma sono stati molto importanti per me. Sono arrivato giovane, ho trovato un campionato che all’epoca era il più forte del mondo e ho avuto la fortuna di lavorare con grandi allenatori: Capello, Spalletti, Voeller, Prandelli, Conti, Delneri. Lì ho imparato molto e mi sono innamorato dell’Italia, che mi ha dato tanto. Roma è stata una tappa fondamentale per la mia crescita, sia come atleta che come uomo".
La Roma ha tanti punti ma pochi gol fatti: ha ancora margini di crescita? "Siamo solo alla settima giornata, il campionato è lungo e i margini di miglioramento ci sono per tutti. Quando arriva un nuovo allenatore è normale che serva tempo. Sono convinto che la Roma con Gasperini continuerà a crescere, perché ha una base solida e idee chiare".
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