Juventusnews24
·5 novembre 2025
Chivu fa mea culpa dopo Inter Kairat: «Mi assumo tutte le responsabilità per non essere riuscito a trasmettere l’importanza della gara»

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·5 novembre 2025

Intervenuto nel corso del postpartita di Inter Kairat Almaty, Cristian Chivu ha commentato così il successo ottenuto per 2 a 1 nel 4° turno della League Phase della Champions League. Queste le sue dichiarazioni ai microfoni di Prime Video.
ANALISI – «Il primo responsabile sono io, mi prendo tutte le colpe per non essere riuscito a motivare e trasmettere l’importanza di questa partita, qualcuno magari l’ha anche sottovalutata anche se non credo più di tanto. Anche io ho sperimentato le difficoltà nel giocare ogni 3 giorni, calarsi nella realtà di una partita importante dove l’avversario, solo sulla carta, sembra inferiore. Mi prendo i 3 punti e anche la responsabilità di non essere riuscito a trasmettere qualcosina in più. Per me è una lezione, lo è per tutti. Dovrei far meglio da allenatore, per trasmettere la voglia di essere determinanti e dominanti, avendo l’atteggiamento giusto»
SE HO RIPENSATO ALLA PARTITA COL RUBIN KAZAN DEL 2010? – «Qualcosa mi viene, a vedere un po’ ciò che è accaduto in campo, col fatto che non siamo riusciti a sbloccarla prima o a chiuderla, ho iniziato a vedere qualche fantasma. Loro sono rimasti sempre in partita, ci hanno messo in difficoltà, noi facevamo fatica a trovare le giocate giuste. Adesso sono allenatore e le responsabilità sono mie, potevo far meglio. Io ci metto la faccia, loro lo sanno. Capiscono quello che non è andato oggi».
OPERAZIONE SORRISO DI LAUTARO – «Un giocatore credo che non si permetterà mai di chiedermi di giocare, sono stato io ad avere questa idea e a fargli fare 45 minuti. So quanto è importante fare uscire un attaccante quando ha cattivi pensieri. Poi lui da capitano e trascinatore… Lui ha fatto gol e siamo tutti contenti, ma io sono più contento della scivolata fatta per andare a chiudere in angolo, questo è lo spirito che tutti noi dobbiamo avere. Il calcio è anche felicità, è un gioco. Non bisogna caricarsi più di tanto. Lui come tanti altri sono importanti, bisogna giocare col sorriso. Hanno solo l’obbligo di dare il massimo di quanto possono dare quel giorno».









































