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·27 settembre 2025

Chivu Inter, tra pressioni e rivoluzione silenziosa: perché non è un semplice traghettatore

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Chivu Inter, il tecnico rumeno si mostra propositivo: pragmatismo e idee nuove per far crescere i nerazzurri passo dopo passo

Allenare l’Inter significa convivere con pressioni costanti, anche quando si tratta di un tecnico alle prime esperienze nel calcio dei grandi. Lo sa bene Cristian Chivu, che ha accettato la panchina nerazzurra nonostante il suo curriculum da allenatore di prime squadre fosse limitato a tredici apparizioni. La scelta della dirigenza è stata accolta con qualche perplessità, ma il quotidiano Libero ha difeso l’ex difensore, sottolineando come stia affrontando la sfida con pragmatismo e intelligenza.

«Cristian Chivu non è affatto scemo. E non è nemmeno l’aziendalista che molti credono sia. È semplicemente un allenatore che, dopo aver usato il Mondiale per Club per provare qualcosa di diverso, ha intrapreso l’unica strada possibile per ottenere risultati: evolvere l’Inter per gradi, non stravolgerla», si legge. Un approccio che, secondo il quotidiano, ha poco a che vedere con l’etichetta di “traghettatore” che gli è stata cucita addosso.


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Pressioni e limiti strutturali

Il ragionamento è semplice: a Chivu non si può chiedere una rivoluzione immediata per due motivi evidenti. Primo, la rosa a disposizione non offre il materiale per un ribaltone radicale; secondo, il tempo concesso al tecnico non è sufficiente per smontare e rimontare una macchina complessa come l’Inter. Non a caso, l’allenatore rumeno è stato messo in discussione dopo due sconfitte e lo è rimasto, secondo alcuni addetti ai lavori, persino dopo i successi contro Ajax e Sassuolo.

Una rivoluzione nella sostanza

Eppure, chi osserva attentamente nota già differenze rispetto al passato. Il 3-5-2 dell’Inter può sembrare simile a quello di Simone Inzaghi, ma nella sostanza presenta novità importanti: pressing più alto, costruzione più diretta e una maggiore vicinanza tra le punte. Elementi che raccontano un lavoro di modernizzazione, non di semplice continuità.

Chivu, dunque, non è un tecnico di passaggio, ma un allenatore che l’Inter vuole far crescere. Proprio come già accaduto con Inzaghi, anche lui ha bisogno di tempo e fiducia. A renderlo speciale, però, è il suo essere un “prodotto del vivaio nerazzurro”, come ha ricordato più volte Beppe Marotta. Un esempio concreto di questa filosofia è la fiducia data a Pio Esposito, giovane attaccante che Chivu ha avuto il coraggio di lanciare in prima squadra e che questa sera vivrà uno speciale derby in famiglia contro il fratello Sebastiano, in forza al Cagliari.

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