Inter News 24
·27 settembre 2025
Festa sicuro: «Coi prezzi di oggi Barella vale 90 milioni, ma ha giurato fedeltà all’Inter! Sulla sfida di oggi col Cagliari e sul mio rapporto con Zanetti…»

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·27 settembre 2025
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport in occasione di Cagliari Inter, uno dei doppi ex della sfida di stasera, Gianluca Festa, si è espresso così ricordando alcuni aneddoti sulla sua carriera.
COME MAI SCELSI L’INTER NEL ’93? – «Per Matteoli, un fratello. Mi volevano anche Lazio e Juve, ma Gianfranco mi ha sempre parlato bene di Milano e di San Siro. Ricordo ancora il colloquio con Ernesto Pellegrini, il presidente: ero timido e impacciato, non dissi mezza parola. Quando uscii dall’ufficio avevo una fase assurda. Firmai il contratto coi crampi allo stomaco. Giocavo ancora nel Cagliari quando siglai l’accordo: i successivi furono i sei mesi migliori della mia carriera».
LA COPPA UEFA VINTA DALL’INTER NEL 93-94 COL MIO ADDIO PER ANDARE IN PRESTITO ALLA ROMA POCHI MESI PRIMA – «La sento mia. A casa ho anche una miniatura del trofeo. All’Inter sono stato da Dio, ho grandi ricordi».
UN CALCIATORE DELL’INTER CHE MI È RIMASTO NEL CUORE? – «Javier Zanetti. Arrivò nel 1995 e legammo subito. Lo invitavo a casa a mangiare il maialino sardo, il ‘porceddu’. Quando volai in Inghilterra si trasferì nella mia casa di Cernobbio. Una persona d’oro. Ricordo con affetto anche Roberto Carlos. Lui e Hodgson non si sono mai trovati».
CAGLIARI-INTER – «I nerazzurri sono più forti. Se devo scegliere un rossoblù dico Mina. Mi fa impazzire. Mi piace il derby gli Esposito, poi: una bella storia di vita con la famiglia al centro».
BARELLA – «Ricordo un ragazzo con un’arroganza positiva. Sicuro nei propri mezzi, intelligente. Correva da tutte le parti. Gli regalai le prime partite in Serie A nell’anno della retrocessione, dove ho ancora il rimpianto di non essere arrivato prima. Qualche mese dopo lo incontrai in aeroporto. Io allenavo il Como, lui non giocava a Cagliari. Gli chiesi di venire da noi. Tempo una settimana ed era al Sinigaglia, in Serie B. Giocò quasi tutte le partite».
UN ANEDDOTO SU DI LUI – «A Como dovevo… limitarlo: pressava in ogni momento, non si fermava mai. Neanche nella rifinitura. Gli dicevo di stare calmo. Inoltre, in allenamento, andava a recuperare i palloni usciti dal campo. Era una trottola, ma è rimasto il ragazzo di sempre: coi prezzi che ci sono oggi uno così vale almeno 80-90 milioni. Ma ha giurato fedeltà all’Inter».
INTER: LA SCELTA. ZANETTI E NON SOLO – «La scelta? Per Matteoli, un fratello. Mi volevano anche Lazio e Juve, ma Gianfranco mi ha sempre parlato bene di Milano e di San Siro. Firmai il contratto coi crampi allo stomaco. Giocavo ancora nel Cagliari quando siglai l’accordo: i successivi furono i sei mesi migliori della mia carriera. All’Inter sono stato da Dio, ho grandi ricordi. Javier Zanetti arrivò nel 1995 e legammo subito. Lo invitavo a casa a mangiare il maialino sardo, il ‘porceddu’. Quando volai in Inghilterra si trasferì nella mia casa di Cernobbio. Una persona d’oro. Ricordo con affetto anche Roberto Carlos. Lui e Hodgson non si sono mai trovati».
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