Chivu svela: «Sarei rimasto al Parma, poi è intervenuta l’Inter. So cosa vuol dire rappresentare questo club, le critiche…» | OneFootball

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·25 dicembre 2025

Chivu svela: «Sarei rimasto al Parma, poi è intervenuta l’Inter. So cosa vuol dire rappresentare questo club, le critiche…»

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Cristian Chivu vince il sondaggio e viene eletto miglior allenatore rumeno del 2025: il tecnico dell’Inter ha parlato così

Cristian Chivu, attuale guida tecnica dell’Inter, è stato incoronato miglior allenatore rumeno del 2025 dal portale Gazeta Sporturilor. L’ex difensore ha ricordato l’impresa salvezza compiuta col Parma e il successivo passaggio sulla panchina dei nerazzurri dopo l’addio di Inzaghi, evidenziando come le grandi responsabilità e le critiche lo aiutino a restare concentrato sugli obiettivi.

IL PARMA – «Non stavo cercando, stavo aspettando! Aspettavo l’occasione giusta per quello che volevo fare. È stata un’attesa piuttosto lunga, e a febbraio si è presentata l’opportunità di andare al Parma, in Serie A, dove non molti pensavano che avrei avuto successo. Ma ho avuto l’opportunità di vivere 13 partite in tre mesi, con un percorso che ha portato al raggiungimento dell’obiettivo. Questo nonostante molti fossero scettici a causa del calendario complicato. Sembrava impossibile per il Parma salvarsi».


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IL MIO ARRIVO SULLA PANCHINA DELL’INTER – «Ci siamo dati da fare, abbiamo lavorato, ci abbiamo creduto, siamo stati ottimisti. Alla fine, è questo che conta: credere con tutto il cuore che ci si riuscirà. E ci sono riuscito! Sarei rimasto al Parma, avrei dovuto prolungare il contratto, ero in un periodo di rinegoziazione. Ma l’Inter è intervenuta, perché Simone Inzaghi se n’era andato e io ho avuto la fortuna di essere nominato allenatore qui».

LE PRESSIONI ALL’INTER – «Non hai mai pace, sei sempre sotto pressione per i risultati. Giochi ogni tre giorni, non hai nemmeno il tempo di allenarti. Ho avuto un’esperienza simile da giocatore, ora da allenatore. Ma si tratta di una strategia di gestione diversa, di una metodologia diversa. Ma, con l’aiuto dello staff e l’esperienza maturata come giocatore, riesco a creare il mio comfort e a stabilire alcune priorità nei confronti del gruppo, della squadra, del club, dei tifosi. So che responsabilità ho e cosa significa rappresentare l’Inter a questo livello. Non mi lamento. Mi piace la responsabilità, mi piacciono le critiche. Mi piacciono tante cose che mi tengono sveglio, mi aiutano a rimanere con i piedi per terra, indipendentemente dai risultati».

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