Calcio e Finanza
·17 ottobre 2025
Come il Medio Oriente sta provando a mettere le mani sul basket europeo

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·17 ottobre 2025
Sono settimane decisive per il futuro del basket europeo e non solo. Da tempo la NBA ha messo nel mirino il Vecchio Continente, con il desiderio di dare vita a una nuova lega in sinergia con la FIBA, che 25 anni fa ha perso il controllo delle competizioni cestistiche europee con la nascita di un campionato privato come l’EuroLeague, punto di riferimento anche nel calcio per chi promuoveva (e lo fa ancora) il desiderio di una Superlega. La NBA fa sul serio, vede nel basket europeo una grande potenzialità per tanti motivi: il primo è il livello del gioco, e l’incredibile sbilanciamento tra qualità e ricavi. Perché delle 20 società che fanno parte di EuroLeague, tante vivono di mecenati, altre come le serbe con l’aiuto dello Stato, ma tutte sono in perdita. Il secondo motivo è il numero sempre più elevato di europei protagonisti in NBA: da Nikola Jokic a Giannis Antetokounmpo e ancora Luka Doncic. Una lega nata negli Stati Uniti che ha fatto della sua forza l’espansione a livello globale, per mano (e mente) del precedente Commissioner David Stern.
Da anni la NBA porta le sue partite a Abu Dhabi, e non è un caso. Alla Etihad Arena per la partita tra Knicks e 76ers di pre-season, a bordo campo c’era anche Mohamed Khalifa Al Mubarak, Chairman del Department of Culture and Tourism Abu Dhabi (DCT Abu Dhabi), uomo chiave nella crescita del turismo e della presenza nel mondo degli Emirati Arabi Uniti. E potrebbe essere centrale anche nel progetto di NBA Europe. Secondo ESPN, la NBA lo sta infatti coinvolgendo attivamente: Abu Dhabi sta valutando la possibilità di lanciare una squadra a Manchester, dove possiede e ha trasformato il Manchester City Football Club in un leader mondiale nel calcio ormai anni fa. Al Mubarak ha confermato la notizia. Il Commissioner NBA Adam Silver insieme al suo vice Mark Tatum si sono recati a Londra e Parigi durante l’estate per capire quali e quanti club sono pronti a lasciare EuroLeague e approdare in NBA Europe, e quanti invece potrebbero addirittura nascere da zero. Non è un segreto che Real Madrid e Barcelona siano al centro del progetto, così come l’Asvel Villeurbanne, squadra di Lione di proprietà di Tony Parker, Hall of Famer NBA. Nelle ultime settimane, anche dirigenti di storiche realtà come Alba Berlino e Galatasaray hanno confermato pubblicamente il loro interesse per NBA Europe.
Avere Abu Dhabi come investitore alle spalle, che sia Manchester o altrove, sarebbe una grande spinta per Adam Silver e la sua idea di portare la NBA da questa parte dell’oceano. Due settimane prima della partita giocata a Abu Dhabi, a 120 chilometri di distanza, il Dubai Basketball ha ospitato la sua prima partita di EuroLeague. Questi ultimi, anche probabilmente spinti dall’incertezza generale e l’ombra della NBA, hanno infatti deciso questa estate di far entrare la società di Dubai, nata appena due anni fa, nella competizione con una wild card di cinque anni. Dopo 15 anni, come sponsor principale dell’Eurolega, questa stagione Turkish Airlines è stata sostituita da Etihad Airlines, di proprietà di Abu Dhabi. Mentre Emirates, la compagnia aerea rivale di Etihad, ha un accordo a lungo termine con l’NBA e ne porta il nome anche la NBA Cup. La guerra per il controllo del basket europeo passa anche da qui.
Il Medio Oriente non si ferma ovviamente agli Emirati Arabi Uniti. Due anni fa, il Qatar Investment Fund, il fondo sovrano della ricca nazione del Golfo, ha acquistato il 5% della società madre dei Washington Wizards, una delle trenta franchigie NBA, e nel 2027 ospiterà i Mondiali di basket. Il fondo citato è anche proprietario di maggioranza del Paris Saint-Germain, che la NBA ha coinvolto per dare vita a una nuova squadra a Parigi nell’ambito di NBA Europe, come confermato a marzo dagli stessi. Durante l’estate, il PSG ha stipulato un accordo storico di partnership con la stella NBA Kevin Durant, il quale ha ricevuto una piccola quota del club. Che possa essere futuro testimonial di questa nuova realtà? A febbraio, il Financial Times ha riferito che i fondi sovrani di Singapore e dell’Arabia Saudita erano tra i potenziali finanziatori di un nuovo campionato mondiale di basket.
Come riportato dal sito specializzato PianetaBasket.com, Ettore Messina – coach e presidente delle basketball operations di Olimpia Milano, club azionista di EuroLeague e per il quale si è parlato di possibili sinergie con Milan e Inter – ha speso interessanti parole riguardo al progetto. «Penso che, dal punto di vista cestistico, e questo è qualcosa che dico sempre, il nostro prodotto sul campo sia fantastico, secondo solo ai playoff NBA, per l’intensità che i giocatori mettono in campo e per il livello di dramma e competizione che offre», dice Messina, che sottolinea però come «dall’altro lato, però, esiste un enorme problema, diciamo, economico, perché qui tutti stanno perdendo soldi, e dipendiamo o da club polisportivi che sostengono il basket, come Madrid, Barcellona o il Fenerbahçe, oppure dalla buona volontà di tanti proprietari che investono risorse incredibili in questo sport».
Messina spera che «si possa trovare un terreno comune per sviluppare qualcosa insieme», anticipando quelli che sono alcuni aspetti cruciali della possibile partnership. «Credo che, come sapete, una delle cose che l’Eurolega vorrebbe ottenere sia la possibilità che tutti i 13 azionisti possano far parte di questo piano. E penso che questo sia un punto importante della questione. Allo stesso tempo, da quello che ho letto, c’è anche il desiderio della NBA di coinvolgere altre città — un nome per tutti, Londra. Penso che questo faccia parte del piano. Tutti stiamo pensando a un’unica lega, ma credo che il progetto vada oltre: l’aspetto più importante sarebbe organizzare l’intero ecosistema in modo più logico e sostenibile».
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