Inter News 24
·25 ottobre 2025
Conte Inter, storia di un amore sbocciato e tramontato in fretta: i retroscena sui no a Leao e Anguissa

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·25 ottobre 2025

A distanza di anni, il nome di Antonio Conte continua a dividere il mondo Inter. Per alcuni, il condottiero che riportò lo Scudetto dopo un decennio; per altri, l’uomo che prosciugò le casse e abbandonò la nave. In vista della sfida tra il suo Napoli e la squadra ora guidata da Cristian Chivu, Calciomercato.com ripercorre quel biennio infuocato (2019-2021).
Fortemente voluto dall’AD Beppe Marotta e da Lele Oriali, Conte arrivò nel 2019 con l’obiettivo di porre fine alla “Pazza Inter” e instaurare una cultura del lavoro ferrea. La sua fu una vera rivoluzione: Appiano Gentile blindata, regole rigidissime (anche per i figli dei giocatori) e una pressione costante su squadra, dirigenza e staff. Un approccio che creò subito una spaccatura tra il gruppo squadra, compatto attorno al tecnico, e il resto del club. Le tensioni esplosero già nel primo mercato: Conte pretese Romelu Lukaku, scontrandosi con le perplessità del presidente Steven Zhang sui costi e arrivando a bloccare l’acquisto, quasi definito, di Rafael Leão, temendo che escludesse l’arrivo del belga.
Il primo anno si chiuse con un secondo posto a un punto dalla Juventus e la finale di Europa League persa contro il Siviglia, con polemiche feroci per l’esclusione di Christian Eriksen. Nonostante una tregua estiva raggiunta a fatica a Villa Bellini, i dissidi con la dirigenza continuarono. Nel mercato estivo del suo secondo anno in nerazzurro, si oppose all’acquisto di Anguissa che era virtualmente chiuso, per spingere per l’arrivo in nerazzurro di Arturo Vidal. Il secondo anno portò lo Scudetto, ma fu anche l’atto finale. Conte, attribuendo il successo solo al gruppo squadra e comprendendo che Zhang non avrebbe più garantito investimenti per rinforzare ulteriormente la rosa, decise per l’addio improvviso, lasciando un ambiente diviso tra il sollievo per la fine di una gestione logorante e il timore per il futuro.
Il biennio di Conte resta uno spartiacque: uno shock necessario per riportare la Beneamata alla vittoria, ma gestito con metodi eccessivamente duri che portarono a un inevitabile logoramento. Una storia intensa, fatta di trionfi e veleni, che rende la sfida di oggi ancora più carica di significati.
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