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Calcio e Finanza

·15 novembre 2025

Dalla business community milanese al Parlamento Europeo, cresce il pressing sugli stadi in Italia verso EURO 2032

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Il ritardo italiano nell’impiantistica sportiva, visto però non come un’occasione di recitare il “mea culpa” per quanto non fatto, ma osservando quello del potenziale insito in questo settore in vista degli Europei 2032. Manifestazione che l’Italia organizzerà insieme alla Turchia a patto che il nostro Paese assicuri alla UEFA almeno cinque stadi che rispettino le norme continentali per ospitare manifestazioni di questo tipo. In caso opposto l’intera kermesse passerà in toto alla nazione anatolica con un danno d’immagine pesantissimo per l’Italia e forse anche per l’intera Unione europea.

È stato questo il tema di due importanti eventi dei quali Calcio e Finanza ha avuto l’onore di essere protagonista andati in scena in questi giorni: uno di natura soprattutto economico-legale e volto principalmente alla business community e l’altro ai più alti livelli politici europei visto che si è svolto al Parlamento europeo a Bruxelles.


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Il futuro degli stadi nel convegno di Clifford Chance

Entrando nello specifico è ormai noto che l’Italia sconta un impressionante ritardo nell’impiantistica sportiva. Per dare un’idea basti pensare che nella relazione presentata l’anno scorso da Calcio e Finanza dinnanzi alla 7ª Commissione del Senato (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport) a cui era stato assegnato l’esame dei temi sulla riforma del calcio italiano, si era evidenziato come l’età media dei 17 stadi delle squadre partecipanti alla Serie A 2021/22 di 61 anni.

Un dato inquietante di per sé e che non significa soltanto quegli ingenti mancati introiti che gli stadi moderni sanno assicurare in termini corporate hospitality, merchandising e strutture commerciali. Ma soprattutto che pone un problema di salute pubblica di cui il governo e le istituzioni devono necessariamente tenere conto dato che il radunarsi di decine di migliaia di persone ogni settimana in impianti così vetuste pone certamente una questione di sicurezza preoccupante.

Il tutto tenendo presente che si sta parlando di Serie A e la sensazione, se non la sicurezza, è quella che scendendo nelle categorie inferiori il dato sarebbe ancora più pesante.

Proprio da questi principi si è mosso il convegno “EURO 2032 e oltre. Finanziamento e valorizzazione degli stadi come asset strategici”, andato in scena mercoledì 29 ottobre nella sede milanese di Clifford Chance, uno degli studi legali più noti e prestigiosi a livello internazionale. Un momento di confronto promosso su  iniziativa di Stella Riberti, responsabile dell’area sport & entertainment dello studio in Italia, e che ha avuto quale media partner esclusivo Calcio e Finanza.

Nello specifico i protagonisti sono stati istituzioni, club calcistici, investitori e operatori del settore, riunitisi all’ultimo piano del palazzo di Via Broletto in una sala gremita nonostante la pioggia incessante e le gare di Serie A in programma nella stessa giornata. A dimostrazione di un interesse sempre maggiore sul tema per la business community italiana e internazionale. E in particolare, il parterre degli ospiti era formato da:

  • Paolo Marcheschi, Senatore e capogruppo di FdI nella 7ª Commissione permanente (Cultura, spettacolo e sport);
  • Ezio Simonelli, presidente della Lega Calcio Serie A;
  • Marco Polli, Managing Director, Bank of America;
  • Gian Piero Sammartano, Global Co-Head of Sports Investment Banking, JP Morgan;
  • Dario Mirri, Presidente, Palermo Football Club;
  • Valerio Casagrande, Co-founder LEAP Sport Academy, CFO, ex Parma Calcio e Lega Serie B;
  • Giuseppe De Palma, Head of Global Finance Markets in Europe, Clifford Chance.

Nell’introduzione il padrone di casa Paolo Sersale, Italy Managing Partner di Clifford Chance, ha sottolineato come «il tema stadi vada ben oltre il calcio e gli Europei e riguarda anche altri sport che condividono l’urgenza di una migliore organizzazione, attrazione di investimenti e rafforzamento del fan engagement». E aprendo gli interventi istituzionali il Senatore Paolo Marcheschi ha rimarcato la valenza economica e sociale della questione spiegando che: «Per questo governo e per questa legislatura l’asset del calcio è importante rappresentando una leva per la crescita del Paese che tocca economia, salute e scuola». Marcheschi ha ricordato l’inserimento dello sport nella Costituzione come punto di partenza e ha illustrato il decreto-legge 96/2025, «che per la prima volta introduce un piano strategico per le infrastrutture sportive, con strumenti finanziari dedicati».

Invece il presidente Simonelli ha voluto sottolineare il ruolo centrale delle infrastrutture per il calcio italiano. «Negli ultimi giorni abbiamo fatto due passi avanti: uno è la vendita di San Siro e l’altro è la nomina del commissario Sessa e l’incontro con la presidente Meloni nel quale abbiamo condiviso che l’investimento sugli stadi è fondamentale per il Paese». Simonelli ha poi ricordato come i progetti di ristrutturazione e costruzione previsti per EURO 2032 possano «generare 3,2 miliardi di investimenti e 5,6 miliardi di incremento del PIL, oltre a un flusso turistico aggiuntivo di 300 milioni l’anno».

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