Juventusnews24
·1 novembre 2025
De Magistris al veleno: «In molti hanno paragonato la cittadinanza onoraria di Napoli di Spalletti con quella di Maradona ma c’è una differenza»

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·1 novembre 2025

Un tradimento. Non c’è altra parola per descrivere la sensazione che serpeggia nella città di Napoli dopo l’ufficialità, ormai imminente, di Luciano Spalletti come nuovo allenatore della Juventus. La città partenopea, ed in particolare i tifosi della squadra, che solo un anno e mezzo fa lo celebravano come un eroe per lo Scudetto riportato all’ombra del Vesuvio dopo 33 anni, non ha preso benissimo il trasferimento ai rivali storici. Un sentimento di amarezza profonda, che va oltre la semplice rivalità sportiva e tocca le corde dell’identità.
A farsi portavoce di questo malcontento popolare è stato l’ex sindaco della città campana, Luigi De Magistris. Intervenuto ai microfoni di “Televomero“, l’ex primo cittadino ha usato parole durissime, che tracciano una linea netta tra il professionismo e il legame simbolico che Spalletti aveva stretto con Napoli, un legame sancito dalla cittadinanza onoraria.
Per De Magistris, quel riconoscimento istituzionale non è un pezzo di carta, ma un patto d’onore che, a suo dire, il tecnico di Certaldo avrebbe infranto accettando la corte della Vecchia Signora. Il paragone con l’idolo indiscusso della città, Diego Armando Maradona, è impietoso e serve a sottolineare la distanza tra i due.
DE MAGISTRIS – «Molti hanno paragonato la cittadinanza onoraria di Spalletti con quella di Maradona. Maradona è Napoli. La cittadinanza significa che tu devi aver costruito un rapporto che poi non capita con la Juve…»
L’analisi dell’ex sindaco è un atto d’accusa chiaro: la cittadinanza onoraria implica un “rapporto” che non è compatibile con un passaggio alla Juventus. Maradona “è” Napoli, un’entità unica e inscindibile. Spalletti, con questa scelta, ha dimostrato di non aver compreso (o voluto rispettare) la profondità di quel legame.
De Magistris ha poi continuato la sua riflessione, introducendo un altro paragone significativo, quello con Antonio Conte, altro grande allenatore spesso accostato alla panchina bianconera. Per l’ex sindaco, la figura di Conte è diversa: un professionista che, pur essendo un vincente, non si lascia trascinare da legami emotivi così profondi, risultando, in un certo senso, più trasparente nelle sue scelte.
DE MAGISTRIS – «…Conte è difficile che si lascia trasportare. È un professionista».
Il messaggio è sottile ma tagliente: Conte è un tecnico che non avrebbe mai accettato una cittadinanza onoraria per poi “tradirla”, perché la sua dimensione è puramente professionale. Spalletti, invece, si è fatto celebrare, ha accettato l’investitura a simbolo della città (con tanto di tatuaggio dello Scudetto sul braccio), per poi scegliere la destinazione più indigesta per il popolo che lo aveva adottato.
Mentre Luciano Spalletti si prepara a iniziare la sua avventura a Torino, presentandosi con la voglia di “rimarginare la ferita” della Nazionale e chiarendo che la sua promessa di “non rimettersi un’altra tuta” era limitata solo alla stagione successiva allo Scudetto, a Napoli la sua scelta viene vissuta come uno schiaffo. Le parole di De Magistris sono solo la punta dell’iceberg di un sentimento diffuso: per i tifosi partenopei, il condottiero dello Scudetto ha scelto di passare al “nemico”, e questo, cittadinanza onoraria o meno, è qualcosa che non si può perdonare facilmente. La sua prima trasferta al Maradona da allenatore della Juventus si preannuncia a dir poco infuocata.









































