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·10 settembre 2025

De Siervo: «Sarebbe una catastrofe se il Comune votasse contro la vendita di San Siro»

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«Il voto contrario alla vendita dello stadio sarebbe una catastrofe enorme». Parola di Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A e vice-presidente delle leghe mondiali, che ha parlato al Corriere della Sera. «I 48 consiglieri comunali che sono chiamati a esprimere il proprio voto hanno una responsabilità enorme. Impedire la vendita dello stadio non solo sarebbe un danno di immagine immenso ma comporterebbe, per la città, la perdita di una occasione storica. Questa è l’ultima possibilità che la politica milanese ha di dotare la città di un impianto all’altezza delle aspettative».

A proposito delle ricadute, De Siervo ha spiegato: «Il calcio sta cambiando velocemente: in questa fase storica in cui i diritti tv non hanno grandi margini di crescita, gli introiti da stadio fanno la differenza. La trasformazione profonda che i social hanno introdotto è il desiderio di partecipare all’evento dall’interno e di fotografarsi alla partita. L’adeguatezza dello stadio non è solo un’esperienza da vivere ma un fattore determinante per l’aumento dei ricavi di una società, diversamente il gap con le altre leghe aumenterà. E la nostra capacità di recuperare diventerebbe ancora più rarefatta».


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Sulle tempistiche per la chiusura dell’operazione, «l’urgenza non è più differibile. Peraltro non capisco tutte le polemiche relative alla demolizione parziale del Meazza. Wembley è stato abbattuto e ricostruito ex novo, continuando ad alimentare il proprio mito».

De Siervo, tuttavia, non vuole perdere la speranza: «Sotto il coordinamento di Michele Uva, con l’aiuto della UEFA la federazione stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo di dotare il paese di stadi che possano un giorno tornare a ospitare una finale di Champions League».

Poi, una battuta sul ministro Abodi e sul contributo che può fornire al mondo del calcio: «Ha competenza, idee e ci ha dato una direzione corretta. Se ci sono problemi penso che la questione sia a monte: mi riferisco al Decreto Crescita o al Decreto Dignità. Non si è capito quanto il calcio sia determinante per il prestigio del paese. Nessun governo ha davvero aiutato il nostro mondo».

Se la vendita non arriva a compimento i club sarebbero costretti a contemplare sedi fuori Milano privando la città di un indotto importante. Per De Siervo, c’è il rischio di un “nuovo Flaminio”: «Il termine di paragone è azzeccato: Milano perderebbe la chance di avere uno dei tre più importanti stadi di Europa insieme a quello del Real Madrid e del Barcellona. La decisione sbagliata del consiglio di Milano consegnerebbe Milan e Inter a una fase crepuscolare della loro storia che non si meritano».

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