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·30 marzo 2025

Dovbyk gol, la Roma è sesta. Battuto il Lecce, è la settima vittoria di fila

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La Gazzetta dello Sport (G.B. Olivero) – La Roma vince anche quando sembra non riuscirci, soprattutto per colpe proprie. Per chi insegue il quarto posto questa non è una bella notizia. Ieri la squadra di Ranieri ha infilato il settimo successo consecutivo quando ormai sembrava destinata al pareggio contro un Lecce ordinato e combattivo, ma giunto al quinto k.o. di fila. Nel primo tempo Angeliño (a porta vuota dopo uno scontro tra Falcone e Guilbert) e Koné (solo davanti al portiere dopo uno scippo a Ramadani) hanno fallito due gol davvero incredibili e una partita in controllo si è trasformata in una battaglia confusa in cui la superiorità tecnica dei romanisti si spegneva progressivamente.

Non si può valutare quanto abbia inciso l’assenza di Dybala perché anche senza la Joya la Roma avrebbe dovuto chiudere la gara senza patemi. Questo discorso potrà essere affrontato magari dopo la sfida con la Juve, vero crash test delle ambizioni giallorosse. L’obiettivo quasi utopico era arrivare ad aprile in corsa per l’Europa, pure quella che conta di più. Ranieri ci è riuscito. Il calendario è complicato, ma la Roma non ha paura di niente e di nessuno. Giampaolo ha provato a mischiare un po’ le carte: Helgason tra centrocampo e attacco per fare il rompiscatole (in pressione sulla prima costruzione avversaria) e l’apriscatole (in cerca di gloria come al 15° quando calcia fuori di poco). Coulibaly e Ramadani si smazzano il doppio lavoro davanti alla propria area, ma la Roma prende in fretta il comando della partita.


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Se nelle vie centrali c è un traffico fastidioso, la squadra di Ranieri trova altre due strade per arrivare in zona Falcone: il lancio lungo per premiare la ricerca della profondità (occasione di Angeliño) oppure la pressione alta (occasione di Kone). Nella ripresa c’è poco calcio. Giampaolo cambia gli esterni offensivi, Ranieri passa al 3-4-1-2 sostituendo i trequartisti (Pellegrini deludente, Soulé sufficiente) e piazzando Baldanzi dietro a Shomurodov e Dovbyk. E l’ucraino risolve la sfida con la prepotenza del centravanti: spallata per liberarsi di Baschirotto e sinistro sul primo palo.

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