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·9 ottobre 2025
ESCLUSIVA PSB – Aramu: “I tre anni a Venezia un ricordo indelebile. Mihajlovic? Una persona splendida, mi voleva per il suo Bologna”

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·9 ottobre 2025
Un talento sopraffino, che con il pallone danza dandogli del tu. Se dovessi mai chiedere qualcosa al calcio sarebbe di non lasciare che venga sprecato un giocatore come Mattia Aramu. L’ex giocatore di Mantova, Bari e Venezia è rimasto svincolato dopo l’esperienza con i virgiliani e, per qualche assurdo motivo, non ha ancora una squadra dove esprimere il suo calcio, nonostante le doti balistiche eccelse e la grandissima fame di tornare a imporsi. In attesa di ulteriori sviluppi, abbiamo parlato insieme della sua carriera ai microfoni di PianetaSerieB:
Mattia, partiamo con una domanda quasi fin troppo semplice. Come sta?
“Sto bene. Sono in attesa, mi sto allenando e spero che a breve possa trovare una sistemazione perché ho voglia di giocare. Sto cercando di tenermi nella condizione migliore possibile. Ovvio, poi mi manca comunque il ritmo-squadra, ma penso sia normale”.
In estate è stato vicino a qualche accordo?
“Sì, ma poi non si è concretizzato. A tutto questo sono subentrate certe dinamiche nel corso del mercato estivo e non siamo riusciti a trovare la quadra su tutto”.
Lei in carriera ha avuto esperienze al Mantova, al Bari e Virtus Entella. Quali di queste squadre possono fare meglio in questo campionato?
“Penso che tutte e tre possano fare meglio. Hanno giocatori adatti per la categoria. Conosco bene tutti e tre gli ambianti e sono sicuro che ci sono le potenzialità per far arrivare buoni risultati. Serve sempre trovare l’alchimia di squadra per raggiungere grandi cose, ma credo che con le persone che lavorano dentro questi club possa arrivare tranquillamente”.
La sua annata al Bari è stata particolarmente difficile. Me la racconta?
“A Bari ho vissuto un anno davvero particolare. È stato tutto difficile, un insieme di cose mi hanno portato a non far bene. Questo mi dispiace perché è una città importante, con un tifo importante. Avrei voluto dare il mio contributo, facendo fare sicuramente meglio e questo mi spiace. Bene o male alla fine ci siamo salvati, ma per la piazza era il minimo.”
E invece l’anno scorso la salvezza con il Mantova.
“L’anno scorso è stato positivo, perché la salvezza non era scontata. Lo abbiamo fatto sembrare, ma non era così. Tanti giovani non avevano mai giocato in Serie B, per questo è stato un traguardo importante, al termine di un buon campionato. Penso di aver fatto bene anche singolarmente, nonostante nel mio momento migliore sia dovuto stare fuori per circa due mesi. L’importante è che quando sono rientrato abbia dato il mio contributo.”
Parlando della sua esperienza al Venezia, cosa si porta dentro?
“I tre anni a Venezia sono stati indelebili. Quando parlo con le persone mi ricorda i momenti lì, mi fa molto piacere aver lasciato il segno in una città così bella. Sono stato veramente bene. Di momenti importanti ce ne sono stati tantissimi, il primo anno, in cui sono andato per la prima volta in doppia cifra, o il secondo, quando è arrivata la vittoria dei playoff e la promozione. È stata la realizzazione di un sogno nel cassetto, quello di vincere il campionato, cosa che non avevo mai fatto, e andare in Serie A. Poi siamo retrocessi, ma non senza rimpianti, soprattutto alla fine. È stata comunque un’emozione incredibile, perché abbiamo giocato contro campioni e abbiamo visto di poterci stare. Si è trattata di un’annata positiva. Venezia è stata un susseguirsi di emozione continue. Purtroppo, l’anno successivo sono dovuto andare via, ma la piazza rimane sempre nel mio cuore, una pagina bellissima della mia carriera. Sono felicissimo di venire ricordato quando torno in città, anche se, a malincuore, non sono mai tornato al Penzo da avversario. Mi piacerebbe moltissimo farlo”
O magari di nuovo da giocatore arancioneroverde…
“Mah, non saprei. Mi piacerebbe tornare, perché Venezia non si dimentica facilmente. Ce l’ho nel cuore, perché è stata la parentesi più bella e mi ha rilanciato, portandomi ad essere ricordato sotto tanti punti di vista”.
E quest’anno cosa può fare il Venezia?
“Quest’anno sicuramente il Venezia può giocare per vincere il campionato, perché ha tutte le carte in regola per farlo, dalla società ai giocatori e ai tifosi. È sicuramente una delle candidate”.
Il suo ultimo gol in Serie A l’ha fatto contro il Bologna di Mihajlovic, l’allenatore che l’ha fatta debuttare in massima serie. Che ricordi ha di lui?
“Sinisa era una persona splendida, molto diretta e questo mi accomunava a lui. Nell’estate 2022 ero vicino al Bologna, perché mi voleva lì fortemente, poi è tornata la sua malattia e ha dovuto lasciare l’incarico, anche se non ricordo bene le dinamiche. Sono stato davvero a un passo dal riavvicinarmi a lui, per questo, a maggior ragione, è stato un allenatore molto importante per me. Mi ha fatto crescere a livello umano e lo ricorderò sempre per tanti motivi, soprattutto perché è stato il primo a lanciarmi in Serie A.”
Che emozioni ha vissuto nel debutto col Torino?
“A Pescara è stato sicuramente emozionante. Avevo tanti compagni prestigiosi, Ljajic, Belotti, Iago Falque e all’epoca avevo 21 anni. Ricordo i loro consigli, in particolare Zappacosta, che mi ha detto: ‘Stai tranquillo che a calcio ci sai giocare. Vai in campo e divertiti’.”
In chiusura: se dovesse fare un pronostico di questa Serie B chi vedrebbe meglio?
“La Serie B è molto strana, puoi ritrovarti sopra o sotto nel giro di una giornata. Vedendo questo inizio di campionato le favorite sono Palermo e Venezia, con la sorpresa Modena che sta facendo molto bene. Quello cadetto è un torneo in cui può succedere di tutto, non saprei cosa dire”.