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·31 ottobre 2025
ESCLUSIVA PSB – Ballotta: “Il Modena vuole la Serie A, ma manca il bomber da 15-20 gol! Gregucci alla Samp? C’è lo zampino di Mancini”

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Marco Ballotta lo si potrebbe benissimo descrivere servendosi unicamente del suo brillante curriculum: 27 anni di carriera tra i professionisti, 223 presenze in Serie A, uno Scudetto, tre Coppe Italia, ma soprattutto l’infrangimento di due record straordinari che perdurano ancora oggi: il portiere di Casalecchio di Reno è infatti il giocatore più anziano ad aver disputato una partita in Serie A (44 anni e 38 giorni) e in Champions League (43 anni e 253 giorni). Il segreto di questa longevità, per sua stessa ammissione, si riassume in tre parole: lavoro, lavoro e ancora lavoro.
Marco Ballotta, però, non è solo questo: è anche una leggenda vivente della Serie B, come si può constatare dalle 178 presenze totalizzate nel campionato cadetto, la maggior parte delle quali raccolte con la sua squadra del cuore, il Modena. Intervistato in ESCLUSIVA ai microfoni di Pianeta Serie B, l’estremo difensore emiliano doc (come si può ben intuire dall’accento) ha raccontato le proprie impressioni sulla squadra di Andrea Sottil, analizzando anche le situazioni dei club attualmente in diretta concorrenza con i Canarini per la promozione. Inevitabile poi toccare l’argomento portieri, partendo dal nuovo acquisto gialloblù Leandro Chichizola e finendo con un commento sugli ex compagni di spogliatoio Davide Dionigi e Angelo Gregucci, rispettivamente alla guida di Reggiana e Sampdoria. Di seguito l’intervista completa.
La mia intenzione era di iniziare la nostra chiacchierata da un argomento fresco: martedì sera si è giocata l’87esima edizione dello storico derby del Secchia tra Reggiana e Modena. Volevo chiederti una breve analisi e un commento sulla partita.
“Non è stata una bella partita: è arrivata la prima sconfitta stagionale per il Modena, ma ci sono stati veramente pochi tiri in porta e pochissime emozioni. È stata l’unica gara sbagliata dai gialloblù sinora, forse anche perché Sottil ha deciso di cambiare qualcosa e allora la squadra non aveva più la fisionomia solita. Ci sta sbagliare una partita, ma non dico che il risultato fosse giusto: probabilmente avrebbe meritato il pareggio, vedendo pure la pochezza di azioni create all’interno del match da entrambe. Sconfitta un po’ inaspettata, ma come sappiamo questo tipo di gare fanno sempre storia a sé. Niente drammi, però bisogna dire che la Reggiana in questi anni ha sempre avuto la meglio sul Modena nei derby: bisognerebbe invertire questa rotta prossimamente”.
In ogni caso, malgrado l’inciampo nel derby, c’è sempre il Modena in vetta alla classifica di Serie B: secondo te potrebbe essere l’anno buono per il tanto agognato ritorno in Serie A? Cosa ne pensi di Sottil e dei suoi principi di gioco?
“Vedo un Modena abbastanza concreto, una battuta d’arresto è comprensibile: ora bisogna vedere come reagirà. Le rose si valutano in base a come e se si superano le difficoltà, ma penso non ci saranno problemi e ripartirà velocemente. Adesso è il momento in cui si cominciano ad intravedere i valori effettivi delle varie squadre. Sinceramente non mi aspettavo una partenza così positiva, da primo posto addirittura; l’obiettivo è sicuramente la promozione in Serie A. Non so se arriverà quest’anno, ma prima o poi… Durante il calciomercato sono stati effettuati acquisti mirati, vedi Zanimacchia, Di Mariano, Chichizola, Sottil è molto valido e sta facendo la differenza, ma poi si devono incastrare determinate situazioni: sarebbe troppo facile assicurarsi i traguardi comprando certi giocatori, ma fortunatamente non vale sempre questa regola. Serve la giusta alchimia, che a volte si crea senza un motivo apparente; non voglio parlare prima del tempo, ma assomiglia molto a quello che capitò al mio Modena quando centrammo la storica promozione nel 2001/2002. Paiono davvero solidi: alcuni giocatori stanno rendendo sopra le aspettative, ma è il contesto che funziona. È presto per parlare: il campionato di Serie B è lungo e pieno di insidie”.
Ti aspettavi un exploit del genere da parte di Gliozzi?
“Mah, sinceramente Gliozzi è sempre il solito Gliozzi: si dà un gran da fare, ma è capocannoniere avendo battuto 5 rigori. Se dovessi cercare il pelo nell’uovo, direi che nel reparto offensivo manca quel giocatore che ti garantisce 15-20 gol a stagione. Sono sempre più rari, ma sono quelli che ti permettono di aspirare a obiettivi di un certo tipo. Al momento, il Modena un vero goleador non ce l’ha; ci sono Gliozzi e Pedro Mendes che stanno facendo benino, ma mi aspetterei qualcosa di più. Magari Sottil riesce a trovare soluzioni diverse, fermo restando che non si possono criticare i Canarini attualmente: se si è primi in classifica un motivo c’è”.
Tornando un secondo sull’argomento classifica, ti chiedo quali squadre vedi favorite per la promozione in Serie A oltre al Modena? Ti fa specie vedere il Palermo già così attardato rispetto alla vetta?
“Ci sono squadre importanti, attrezzate per dare fastidio anche se magari ad ora sono un po’ attardate: vedi Monza, Venezia, Cesena e Palermo. I rosanero hanno avuto qualche battuta d’arresto, ma possono contare su nomi di spicco: bastano un paio di partite per riavvicinarsi o allontanarsi ulteriormente. Il Modena potrebbe essere la sorpresa, ma tra 4-5 partite avremo un quadro più chiaro. Non sempre vince quella che spende di più, anzi per la verità quasi mai; ma soprattutto non è detto che se tu compri dei giocatori altisonanti, di categoria superiore, ottieni i risultati per grazia divina. A volte sono più funzionali i profili abituati alla Serie B. È un campionato strano, basta vedere lo stesso Spezia: era ad un passo dalla Serie A e ora si ritrova sul fondo della classifica. E più o meno i membri della rosa sono gli stessi, magari con l’ambizione di riprovare nuovamente a centrare il traguardo sfuggito lo scorso anno”.
Una delle note più liete di questo avvio scintillante del Modena è senza dubbio Leandro Chichizola: ti chiedo un’analisi sul giocatore e un paragone con Riccardo Gagno, ceduto quest’estate al Vicenza proprio per fare spazio all’argentino.
“Chichizola ha dinnanzi una difesa forte, perché subisce veramente pochissimi tiri in porta. Lui ha portato l’esperienza, fornisce sicurezza al reparto arretrato e credo che siano cose fondamentali. Il Modena lo cercava già dall’anno scorso, e penso che sia l’acquisto più mirato e più giusto di tutta la campagna acquisti. La differenza con Gagno sta nell’esperienza: forse Chichizola ha più carattere nel gestire e comandare i compagni. Per quello che riguarda la gestione con i piedi, ritengo che ad oggi sia importantissima: il portiere ormai tocca più palloni con i piedi che con le mani. A volte, però, si esagera”.
Allargando il discorso portieri all’intero campionato, ti chiedo quali sono, secondo te, i migliori interpreti del ruolo presenti in Serie B?
“Sinceramente non mi stanno proprio facendo brillare gli occhi, però sono contento che finalmente i portieri italiani siano tornati a difendere le nostre porte. Fino a poco tempo fa c’erano veramente tanti stranieri, ed era un peccato visto che noi come Italia siamo sempre stati una grande scuola da quel punto di vista. C’è qualche giovane che si sta mettendo in mostra, ma prima di dare giudizi aspetterei ancora un paio di stagioni”.
Scandagliando la sua carriera calcistica ho notato che ha militato anche nella Reggiana, precisamente dal 1995 al 1997. La vittoria nel derby ha certamente dato una spinta in più, ma in generale cosa pensi di questa Regia e del suo allenatore Davide Dionigi?
“Dionigi ha dato una bella impronta, a partire dalla miracolosa salvezza ottenuta lo scorso anno. È stato bravo a farsi seguire, poi dopo la vittoria contro il Modena è cambiata completamente la loro classifica: in caso di sconfitta si sarebbe ritrovata invischiata nei bassifondi, mentre ora si sono rilanciati in zona playoff. Sono concreti, stanno dando ottimi segnali soprattutto a livello di prestazioni, malgrado non abbiano una rosa eccelsa sulla carta. Sono mentalmente forti, e lo si evince dalle numerose rimonte: non si fanno condizionare, ed è una caratteristica che tante squadre non hanno”.
In entrambe le stagioni vissute in maglia granata ha condiviso lo spogliatoio con Angelo Gregucci, che da poco è stato nominato allenatore della Sampdoria. Quali erano i suoi maggiori pregi e cosa ne pensa delle sue prime due uscite in blucerchiato?
“In campo era molto intelligente, parlava moltissimo e guidava magistralmente la difesa. Aveva già determinate idee di base, ma poi è stato parecchio tempo vice-allenatore di Roberto Mancini e ha appreso veramente tanto. Secondo me, in questa scelta della Sampdoria c’è lo zampino di Mancini. Qualche miglioramento lo si sta già denotando, perché vederla così in crisi da qualche anno lascia l’amaro in bocca. Dispiace perché è una società blasonata con problemi economici; l’anno scorso hanno rischiato grosso, spero gli serva di lezione. Bisogna mettersi a posto a livello societario prima, perché senza fondamenta non si va da nessuna parte, ma se cominci a cambiare allenatore così spesso vuol dire che hai già sbagliato in partenza. Gregucci era ed è un lottatore, dunque sicuramente le sue squadre non molleranno mai”.
Ho notato che durante la tua carriera non hai quasi mai indossato il numero 1, ma sempre il 22 o il 32. C’è una motivazione particolare legata a questa scelta?
“A Brescia è stata l’ultima volta che ho indossato l’1: da lì in poi ho scelto il 22 perché, un tempo, i tre portieri potevano prendere solo l’1, il 12 o appunto il 22. Quando c’è stata libertà di scelta ho optato per il 32 perché è la metà del mio anno di nascita, ovvero il 1964. C’è poi un aneddoto divertente: una stagione a Modena ho utilizzato il numero 11, in memoria dei tempi da centravanti precedenti al tanto fortunato cambio ruolo”.
Data la tua breve parentesi da direttore generale del Modena, prenderesti in considerazione l’ipotesi di ritornare in società qualora dovesse arrivare la chiamata della famiglia Rivetti?
“Se dovessero recapitarmi l’offerta la prenderei in considerazione senza dubbio. I Rivetti li conosco bene, poi io ho passato più di un terzo della mia carriera a Modena, sono legato a doppio filo. La società è seria, sta operando bene, ha ambizioni importanti e sta crescendo di anno in anno. Mi piacerebbe tornare in un ruolo dirigenziale, ma non avrei problemi ad andare in campo a fare l’allenatore dei portieri ad esempio. Ci sono delle fondamenta solide: il presidente Rivetti ha le idee chiare, sta costruendo il centro sportivo nuovo e questo denota il suo impegno verso il raggiungimento di determinati traguardi e uno sviluppo futuro. Vedo con piacere che c’è spazio ai giovani come Andrea Catellani, che tra l’altro portati io in Emilia. È sveglio, preparato, sta lavorando bene e, secondo me, è il profilo perfetto per un club come il Modena”.









































