Calcio e Finanza
·25 settembre 2025
Exor e Piero Ferrari blindano il controllo di Ferrari: nuovo accordo in arrivo

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·25 settembre 2025
Un nuovo accordo per blindare ancora di più il controllo su Ferrari. Questa è la scelta di Piero Ferrari e di Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann che controlla il Cavallino e anche la Juventus. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore.
Attualmente, le due realtà insieme, attraverso un accordo parasociale, controllano il 32% di Ferrari e il 48% dei diritti di voto. La scadenza dell’ultimo firmato si avvicina e i lavori per il rinnovo sono già iniziati, ma a mancare è il documento definitivo che deve essere poi firmato per essere reso valido. Ma, allo stato attuale, è in fase di definizione e le parti hanno già manifestato la volontà di raggiungere un accordo, sarebbe il terzo dall’entrata nella famosa azienda di Exor.
Resta però da capire in che misura e soprattutto quale sarà la cornice del nuovo accordo dopo che i pesi dei due azionisti si sono modificati in seguito al recente ridimensionamento della holding della famiglia Agnelli nel capitale del Cavallino e dopo il completamento del piano di successione della famiglia Ferrari con l’istituzione di un family trust. Il patto parasociale che governa tutt’ora Maranello risale allo spin off del 2015 di Ferrari dalla vecchia FCA. In quella occasione Exor e Piero Ferrari, secondo maggiore azionista e figlio del fondatore Enzo, blindarono il controllo del gruppo attraverso un patto di consultazione finalizzato ad avere una posizione comune nelle assemblee, ma anche un diritto di prelazione a favore di Exor e un diritto di prima offerta di Piero Ferrari volto ad assicurare la stabilità degli assetti.
In quella occasione Exor aveva conferito all’accordo il 23,5% di Ferrari mentre il figlio del fondatore della casa di Maranello il 10%, due pacchetti a cui corrispondevano rispettivamente diritti di voto per il 33,4% e il 15,5%. In tutto, dunque, si trattava il 48,8%. Quello stesso accordo è stato rinnovato alla fine del 2021, eppure rispetto ad allora nel corso dell’ultimo quinquennio si sono registrate due importanti modifiche. La prima riguarda gli effettivi pesi di controllo dei due soci su Ferrari. In una prima fase, i due piani di buy back di Ferrari (2019-2022 e 2022-2026), hanno di fatto consolidato il controllo di Exor e Piero Ferrari sul Cavallino. Tant’è che la quota dei diritti di voto nel corso dello scorso anno aveva addirittura superato il 50% arrivando al 52%, un controllo di diritto che garantiva all’asse Exor-Ferrari di blindare il colosso del lusso.
Un anno dopo, il rally delle quotazioni e il crescente peso di Ferrari nel portafoglio di Exor hanno portato la holding a ridimensionare il controllo. Lo scorso febbraio, la società ha perfezionato la vendita di una quota del 4% del Cavallino che ha portato nelle casse della holding risorse per 3 miliardi di euro. La cessione delle azioni, proprio in virtù degli accordi, è stata possibile solo dopo la rinuncia alla prelazione da parte di Piero Ferrari. L’operazione, chiusa agli inizi dell’anno in corso, ha così spostato il peso di Exor al 20,7%, quota poi risalita oggi al 21,2% del capitale, corrispondente al 32,17% dei diritti di voto. Piero Ferrari compare invece con il 10,61% del capitale e il 16,09% dei diritti di voto. In tutto dunque fa il 48%, esattamente quanto inizialmente conferito all’accordo 10 anni fa. Proprio in occasione della cessione dei titoli, Exor ha voluto ribadire il proprio impegno in Ferrari, confermando tutti gli accordi in essere, incluso il patto di consultazione.
Sulla carta, l’accordo tra Exor e Piero Ferrari è in scadenza il 1° gennaio del 2026. I termini dell’intesa però stabiliscono che eventuali disdette devono essere comunicate sei mesi prima. In altre parole, il tempo per sciogliere qualsiasi legame è iniziato già da questa estate. L’intenzione, secondo quanto ricostruito negli ambienti finanziari, sarebbe quella di procedere con il rinnovo, anche se non è ancora chiaro se lo schema del patto sarà replicato nei tempi e nei contenuti. Tanto più che proprio di recente l’accordo in scadenza era stato già parzialmente rivisto con l’estensione a un terzo soggetto rappresentato da un Trust.
Piero Ferrari ha infatti creato nel frattempo un family trust per gestire la sua partecipazione e delineare i piani di successione in relazione alla struttura azionaria del gruppo. I beneficiari del trust sono la figlia Antonella, e i nipoti Enzo Mattioli Ferrari e Piero Galassi Ferrari. Proprio l’ingresso del trust nelle pattuizioni e la predisposizione di un iter di successione, unita alla recente diluizione di Exor, aveva portato qualcuno a ipotizzare in prospettiva un possibile disimpegno della famiglia da Ferrari. Una ipotesi che tuttavia è stata più volte respinta al mittente.
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