Fallo Bisseck, clamorosa gaffe di Ciccio Graziani: «Andava espulso perché ultimo uomo». Ma ignora che la regola sia cambiata! | OneFootball

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Inter News 24

·3 novembre 2025

Fallo Bisseck, clamorosa gaffe di Ciccio Graziani: «Andava espulso perché ultimo uomo». Ma ignora che la regola sia cambiata!

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Fallo Bisseck, clamorosa gaffe di Ciccio Graziani: «Andava espulso perché ultimo uomo». Ma ignora che la regola sia cambiata! La spiegazione

L’intervento del difensore dell’Inter, Yann Bisseck, sull’attaccante del Verona, Giovane, durante il lunch match del Bentegodi, continua a far discutere. L’episodio, sanzionato dall’arbitro Daniele Doveri con un cartellino giallo, è stato oggetto di dibattito a “La Domenica Sportiva”, con opinioni contrastanti in studio, sebbene l’analisi regolamentare confermi la bontà della decisione.

Il dibattito: Bergonzi e la gaffe di Graziani

L’ex arbitro Mauro Bergonzi ha analizzato l’episodio: pur giudicando la decisione di Doveri corretta a livello puramente regolamentare (per i parametri del DOGSO), ha ammesso che, personalmente, avrebbe optato per l’espulsione a causa dell’eccessiva vigoria della scivolata del difensore tedesco. Più confusa, invece, l’analisi dell’ex attaccante Francesco “Ciccio” Graziani, che ha chiesto a gran voce il cartellino rosso invocando la vecchia e ormai superata regola dell'”ultimo uomo”.


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Perché non era rosso: la spiegazione del DOGSO

La gaffe di Graziani nasce dal fatto che il concetto di “ultimo uomo” è stato da tempo sostituito dalla Regola 12, ovvero il DOGSO (Denying an Obvious Goal-Scoring Opportunity), che sanziona chi nega un’evidente opportunità di segnare una rete. Per valutare se l’occasione è “evidente”, l’arbitro deve considerare quattro criteri:

  • La distanza tra l’infrazione e la porta.
  • La direzione generale dell’azione (se punta verso la porta).
  • La probabilità di mantenere o guadagnare il controllo del pallone.
  • La posizione e il numero dei difendenti.

Analisi dell’episodio

Applicando questi parametri al fallo di Bisseck, il cartellino giallo appare la decisione corretta. In primo luogo, la distanza tra il punto del fallo e la porta difesa da Yann Sommer era enorme. In secondo luogo, il pallone stava visibilmente sfilando verso l’esterno dell’area di rigore, non puntando la porta. Infine, il centrocampista della Beneamata, Petar Sucic, si trovava sulla traiettoria e non era del tutto tagliato fuori dalla possibilità di intervenire. Mancando i presupposti fondamentali per un’evidente occasione da gol, la scelta di Doveri di ammonire il giocatore del club meneghino risulta corretta.

PAROLE – «No caro Mauro, non era piede a martello, era una scivolata con la pianta del piede sull’orlo dell’erba. Io avrei dato espulsione perché era ultimo uomo: Sommer era a 3/4 di campo».

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