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·25 ottobre 2025

Fuorigioco passivo, regola nel caos: interpretazione confusa e squadre pronte a sfruttarla

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Le dichiarazioni di Gilardino dopo Milan-Pisa riaccendono il dibattito sul fuorigioco passivo.

Fuorigioco passivo, regola nel caos: interpretazione confusa e squadre pronte a sfruttarla

Il tecnico del Pisa ha sollevato dubbi sulla nuova interpretazione della norma dopo i due gol subiti a San Siro, aprendo una discussione che sta coinvolgendo arbitri, allenatori e analisti.


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Gilardino: “Se si possono lasciare uomini davanti al portiere, lo faremo anche noi”

Al termine di Milan-Pisa, Alberto Gilardino ha analizzato così le reti rossonere: “È la regola degli uomini davanti al portiere, sia sul primo che sul secondo gol. Bisogna preparare degli schemi su queste cose qua, perché se si possono lasciare giocatori davanti al portiere, cercheremo di sfruttarlo.”

Le sue parole sintetizzano il malumore crescente tra gli allenatori: la nuova interpretazione del fuorigioco passivo sembra lasciare ampi margini di discrezionalità. Nel match di San Siro, infatti, in entrambe le azioni decisive più giocatori del Milan ostruivano la visuale di Semper, ma le reti sono state comunque convalidate. Un anno fa sarebbero state annullate per “influenza attiva sul portiere”.

Una regola poco chiara e un confine sempre più labile

Il Regolamento AIA 2025 prova a spiegare la fattispecie del fuorigioco passivo, ma la definizione resta ambigua:

“Un attaccante (A) in posizione di fuorigioco ostruisce chiaramente la linea di visione del portiere. Il calciatore dovrà essere considerato punibile perché impedisce a un avversario di giocare o essere in grado di giocare il pallone.”

Un principio apparentemente limpido, ma che lascia spazio a molte interpretazioni. Nell’immagine ufficiale dell’AIA, il caso illustrato è quello di un tiro dalla distanza con un compagno posizionato davanti al portiere, in linea di visuale. Tuttavia, nel testo non si specificano né la distanza dall’azione, né la posizione esatta del giocatore in offside: si parla soltanto di “impedire di giocare” o “ostruire chiaramente la linea di visione”.

Il risultato? Una regola che rischia di diventare soggettiva e variabile da arbitro ad arbitro.

I precedenti in Serie A: Milan, Parma e Inter i casi più discussi

Le situazioni dubbie non si limitano a Milan-Pisa. In questa stagione di Serie A 2025/26 si sono già registrati episodi simili:

Parma-Atalanta: gol di Pasalic con un compagno in fuorigioco davanti al portiere, rete convalidata.

Inter-Cremonese: marcatura di Dimarco con due giocatori in posizione avanzata, ma considerati “non influenti”.

In entrambi i casi, la decisione arbitrale ha lasciato spazio a discussioni e interpretazioni contrastanti, con ex arbitri e moviolisti divisi sulla corretta applicazione della norma.

L’effetto domino: le squadre si adatteranno

Le parole di Gilardino aprono un fronte tattico interessante: se davvero è consentito posizionare uomini in fuorigioco davanti al portiere senza essere puniti, molti allenatori potrebbero studiare nuove soluzioni offensive mirate a disturbare la visuale del portiere avversario. Uno scenario che rischia di snaturare l’essenza stessa del fuorigioco passivo, nato per garantire equilibrio e correttezza nelle situazioni d’attacco.

Serve chiarezza: l’AIA chiamata a intervenire

Il problema, oggi, non è solo tecnico ma anche comunicativo. Le note ufficiali dell’AIA non chiariscono in modo esaustivo quali siano i criteri di punibilità e quando un calciatore in offside diventa realmente influente. Senza linee guida più precise, il rischio è di assistere a un campionato in cui ogni episodio simile genera polemiche e strategie opportunistiche.

Finché non ci sarà una presa di posizione chiara da parte dell’AIA o dell’IFAB, il fuorigioco passivo resterà una zona grigia — e come ha ammesso lo stesso Gilardino, “se la regola lo consente, ci si adegua”.

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