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·24 ottobre 2025
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La Roma non perdeva tre partite casalinghe di fila all'Olimpico dal 2011, quando in panchina sedeva Montella. Un periodo poco felice per Gasp che, comunque, resta vicinissimo alla vetta in Serie A.
Dopo la partita è arrivato anche uno "scontro" a distanza tra Dybala e Gasperini, in disaccordo sull'atteggiamento della squadra.

Non è la prima volta in cui l'allenatore della Roma ha fatto sentire il suo peso in spogliatoio e con la dirigenza. Vediamo i casi più eclatanti di questa stagione.
Dopo la sconfitta in Europa League contro il Viktoria Plzen, Paulo Dybala ha parlato senza mezzi termini: "Ci è mancata cattiveria, siamo entrati troppo mosci e non è la prima volta. Se non diventiamo più cattivi non vinceremo molte partite. È brutto dirlo ma è così".
Delle parole che non sono piaciute per niente a Gasperini: "Non sono d’accordo con Dybala, ho visto una squadra che ci ha provato fino alla fine. Non penso proprio sia una questione di cattiveria o carattere, siamo mosci in attacco forse".
Il tecnico ha puntato, ancora, il dito contro l'attacco: "C’è gente che non segna da tanto tempo, bisogna fare un esame di coscienza e chiedersi come mai. Se non facevamo gol su rigore eravamo a secco anche oggi”.
Gasperini in estate ha difeso Dovbyk dicendo che a lui "piacciono tutti i suoi giocatori" ma allo stesso tempo lo ha stimolato più volte: un'azione fatta sia pubblicamente sia nel privato.
Il momento più emblematico si è verificato dopo la partita contro il Torino a metà settembre, gara in cui Dovbyk è rimasto in panchina per 90 minuti, nonostante i granata abbiano vinto 1-0:
"Non ho mai avuto intenzione di farlo entrare oggi. Voglio vederlo in attivo in allenamento, dinamico e convinto. Quando sarà così lo ripresenteremo".
L'allenatore ha alternato avvisi e morbidezza sia con Dovbyk sia con Ferguson: "Vanno in campo regolarmente, psicologicamente dovrebbero essere molto motivati: io li faccio giocare…“ ha detto dopo la sconfitta con il Plzen.
Già durante l'estate Gasperini era stato chiaro in più occasioni: "Sono preoccupato [...] È l’attacco a determinare la forza di una squadra. Quanto saremo competitivi dipenderà da ciò che riusciremo a fare davanti".
Una richiesta non pienamente accolta dalla dirigenza, viste le trattative fallite per Sancho, George e Gimenez. A inizio settembre infatti il Gasp non si era nascosto: "Non nego che avrei voluto una maggiore presenza e di raggiungere quei giocatori che avevamo individuato [...] Ci riproveremo con più tranquillità a gennaio".
Dopo più di un mese la sua posizione è cambiata, soprattutto sul mercato invernale: "Io al mercato di gennaio non ho mai creduto molto. È lo scambio delle figurine".
"No, non voglio dire proprio questo, sono stato ingeneroso... Però a gennaio, di solito, passano da una squadra a un’altra giocatori che magari erano fermi da un po’. Puoi migliorare un pochino, ma difficilmente fai delle operazioni che stravolgono i contenuti della squadra".
📸 Paolo Bruno - 2025 Getty Images
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