Calcionews24
·14 ottobre 2025
Gattuso: «I 10 mila tifosi di Italia-Israele sono degli eroi. Per me valgono come 40 mila»

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·14 ottobre 2025
Un elogio ai tifosi, una lezione di calcio e una lucida analisi sui problemi del sistema. A poche ore dalla delicata sfida contro Israele, il CT della Nazionale, Rino Gattuso, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio 1, parlando a 360 gradi del momento degli Azzurri e del calcio italiano.
Il primo pensiero di Gattuso è andato ai tifosi che, nonostante le difficoltà, saranno presenti allo stadio per sostenere la squadra. Un gesto non scontato, che il CT ha voluto celebrare con parole cariche di gratitudine. «I 10mila allo stadio stasera per me valgono come 30-40 mila. Sono degli eroi. Bisogna fargli i complimenti anche solo per venire a questa partita che era considerata impossibile da seguire e in cui poteva succedere di tutto. Speriamo di regalargli una gioia importante».
Gattuso ha poi spostato il focus sul campo, spiegando la sua filosofia sugli attaccanti moderni, per cui il sacrificio per la squadra conta più del gol. «E’ importante avere attaccanti non individualisti. Si parla sempre dei gol, ma vanno apprezzati per il lavoro che fanno. Sono bravi, coprono il campo e riescono sempre a fare la doppia scalata quando vogliamo fare pressione ultraoffensiva».
Una filosofia che si riflette nella scelta per la partita di stasera: al giovane Pio Esposito, dopo l’ottima prova da subentrato in Estonia, è stato preferito Raspadori. «Avevamo pensato di farlo giocare, anche per le caratteristiche degli avversari, ma ha speso tanto. Partirà dalla panchina e dall’inizio giocherà Raspadori, ma lo vedremo più tardi in campo».
Infine, una riflessione amara ma schietta sul problema delle infrastrutture in Italia, che limita le possibilità di portare la Nazionale in piazze calorose come quelle del Sud. «La disparità tra Nord e Sud? A tavola parliamo di queste cose qui. In stadi come Palermo, Napoli, Bari e Lecce c’è un problema di licenze. Andrei a giocare a piedi a Reggio Calabria o a Cosenza, ma sono tutti stadi in cui certi tipi di partite non possono essere giocate».