Inter News 24
·8 settembre 2025
Giulio Donati racconta: «Da Mourinho a Zanetti, ogni uomo del Triplete mi ha lasciato qualcosa»

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·8 settembre 2025
Ospite sulle frequenze di Radio TV Serie A, Giulio Donati, terzino classe 1990 oggi al Monza, ha ripercorso alcune tappe significative della sua carriera, soffermandosi in particolare sugli anni trascorsi nel vivaio e nella prima squadra dell’Inter, a cavallo della stagione del Triplete.
I RICORDI NERAZZURRI – «Ogni personaggio della squadra del Triplete mi ha lasciato qualcosa, a partire dal mister Mourinho che aveva tenacia e ti trasmetteva la voglia di vincere in tutti i modi. È un allenatore che non mi dimenticherò mai. Cito anche Zanetti, era un esempio come capitano: sapeva scherzare ed essere serio a seconda delle situazioni. Poi mi viene in mente la grande qualità di Milito; infine mi ricordo Materazzi, quello che mi aveva preso più a cuore. Mi voleva in camera con lui, è stata veramente un’esperienza stupenda. A lui devo tantissimo perché mi ha facilitato il cammino».
Donati ha tracciato un ritratto affettuoso e ricco di dettagli, raccontando l’impatto che ebbero su di lui alcuni dei protagonisti della storica cavalcata del 2010.
Il primo ricordo va a José Mourinho, tecnico del Triplete, che per Donati rappresentava una guida capace di trasmettere determinazione e voglia di superare ogni ostacolo. Un esempio che ha segnato la sua formazione da giovane calciatore.
Non poteva mancare la menzione a Javier Zanetti, capitano e simbolo dell’Inter, lodato per la capacità di alternare serietà e leggerezza nello spogliatoio. Donati ha poi citato la qualità immensa di Diego Milito, l’attaccante che con i suoi gol trascinò i nerazzurri alla conquista della Champions League.
Il ricordo più personale è quello legato a Marco Materazzi, che lo prese sotto la propria ala protettiva, condividendo anche la camera in ritiro e accompagnandolo nei primi passi in prima squadra. Un legame che Donati ha definito fondamentale per il suo percorso di crescita.
Per l’ex terzino cresciuto nelle giovanili nerazzurre, l’anno del Triplete resta un ricordo unico. Convivere quotidianamente con campioni di quel calibro ha rappresentato una scuola di vita e di calcio, lasciando un’impronta indelebile sulla sua carriera.