Calcionews24
·3 ottobre 2025
Guidolin: «Il calcio non mi manca, io vicino alla Nazionale prima di Conte. Ma l’unico rimpianto che ho è un altro»

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·3 ottobre 2025
L’ex allenatore Francesco Guidolin – alla guida di Parma, Palermo, Udinese e Swansea tra le altre – è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport nel giorno del suo 70esimo compleanno.
70ESIMO COMPLEANNO – «Con la famiglia. Mi spiace non avere con me i nipotini Gabriel e Gia, ma devono andare a scuola. Londra, da quando ci vive mio figlio Giacomo, è un po’ la bussola della nostra vita familiare. Ma ci è sempre piaciuta. Io e mia moglie Michela avevamo preso un piccolo appartamento lì tanti anni fa».
MANCANZA DEL CALCIO – «Ho chiuso al momento giusto, lo stesso è accaduto con il ruolo di opinionista. Con gli amici di Dazn sono stato molto bene, ma a un certo punto ho capito che era il momento di dedicarmi di più ad altre cose. Alla famiglia, appunto, ai miei nipoti. E comunque il calcio lo guardo. I miei due figli fanno gli agenti di calciatori, Riccardo, il maggiore, ha fondato una nuova società a Castelfranco e si occupa dei vivai. E il calcio non mi manca soprattutto perché nel mio andirivieni fra Italia e Inghilterra quando posso vado a vedere gli allenamenti di Gabriel, che ha otto anni e pare molto dotato. È presto per dire che diventerà un calciatore professionista, ma ha qualità, un bel sinistro ad esempio. Spero che in futuro possa scegliere fra Chelsea e Arsenal, i club con i quali si allena adesso. Il mio sogno è di vederlo giocare in Premier, quando sarà grande».
CARRIERA – «Sono andato otto volte in Europa con quattro squadre diverse senza mai allenare una big, sono andato tre volte in B per mia scelta e ho sempre ottenuto la promozione al primo tentativo. Ho vinto la Coppa Italia con il Vicenza. quindi sì, sono orgoglioso della mia carriera. Mi sarebbe piaciuto avere un ruolo di consulente nell’Udinese, ma non è stato possibile. A proposito di Udinese, ho lasciato quando avevo ancora tre anni di contratto. Non so quanti allenatori lo abbiano fatto».
RIMPIANTI – «A parte il fatto di essere andato troppo tardi all’estero, no. Ma non so se lo si possa definire esattamente un rimpianto, perché come le ho detto sono molto contento di quello che ho fatto. Sempre a modo mio, con i miei tempi».
NAZIONALE – «Io e il presidente Tavecchio ci incrociammo un giorno a Coverciano. Era un’idea, poi decisero di virare su Conte, che è bravissimo».
ALLENATORI PREFERITI – «Non mi piace la costruzione dal basso, mi piacciono le squadre che pressano alto, che dimostrano la loro forza nella metà campo avversaria. Quindi dico Italiano, che è uno che gioca così, e logicamente aggiungo Gasperini. All’estero Klopp e il suo successore Slot. Il Liverpool è uno spettacolo».
GIOCATORI CHE AVREBBE VOLUTO ALLENATORE – «Bernardo Silva, Xavi».
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