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·5 gennaio 2023

Il cigno di Sarajevo imbruttisce Spalletti. E Lukaku…

Immagine dell'articolo:Il cigno di Sarajevo imbruttisce Spalletti. E Lukaku…

Edin Dzeko imbruttisce il suo guru Spalletti e il compagno di reparto Lukaku: il gol di ieri al Napoli allenato dal suo maestro ai tempi di Roma (un rapporto che non partì propriamente per il verso giusto: bottiglione, lo apostrofò il tecnico al suo arrivo nella Capitale, salvo poi trasformarlo in una macchina da 39 gol in una sola stagione) riapre discorsi che già ieri avrebbero potuto chiudersi in favore dei campani, e allo stesso tempo mette in chiaro una volta per tutte, qualora ce ne fosse stato bisogno, che età a parte, Dzeko è (ancora) il centravanti più affidabile dell’Inter. Con buona pace di Big Rom

Il cigno di Sarajevo imbruttisce Spalletti. E Lukaku…

Ci voleva l’anno nuovo per interrompere la magica corsa del favoloso Napoli di Spalletti. È bastata una capocciata di Dzeko per rilanciare le ambizioni scudetto dell’Inter e riaprire la corsa al titolo. Vittoria meritata, quella del gruppo Inzaghi.


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Tutto riaperto, tutto in ballo, dunque. La maratona scudetto riparte con l’Inter che batte il Napoli e rientra nel gruppo di testa. Ci mette la firma il bosniaco, che fa un regalone non soltanto ai nerazzurri, che si riportano a meno 8 dalla capolista, ma anche al Milan, secondo a cinque punti di distanza, e alla Juventus a sette. Sono ancora bei margini, ma può ancora capitare di tutto. Trema il Napoli? Non possiamo parlare di paura, non è sembrato che il Napoli avesse paura. Non ha semplicemente giocato come sa. Molto probabilmente gli azzurri non sono ancora in condizione, qualche avvisaglia dalla Turchia (e dai test al Maradona con Villarreal e Lille) c’è stata. Nessun calciatore era paragonabile con quanto visto per tutta la prima parte di stagione. C’è ancora una lotta scudetto, ma questo si sapeva già. Spalletti non si fa coinvolgere nella baraonda dei numeri, senza però poter negare la serata deludente della propria squadra sul piano delle intenzioni. E perché dovrebbe? In ogni caso, che sia solo questione di condizione e nessun trauma ancestrale relativo alle pressioni sia riemerso dal passato. Se proprio non va giù questa sconfitta, il ko di San Siro può essere interpretato anche in maniera positiva se lo si osserva dal punto di vista statistico e, se vogliamo, anche scaramantico (basti vedere i risultati azzurri in entrambe le annate degli scudetti dopo la sosta natalizia). E per fortuna tra tre giorni si torna a giocare.

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