All Asian Football
·17 giugno 2021
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·17 giugno 2021
Si è concluso martedì 15 giugno il secondo turno delle Qualificazioni Asiatiche a Qatar 2022. La fase a gironi era cominciata nel 2019, ma a causa della pandemia, lo scorso anno non si sono giocati match validi nella Confederazione Asiatica, e dopo molteplici rinvii, finalmente nel mese di giugno si è tonato in campo, con ogni girone ospitato in una bolla per minimizzare i rischi ed i contagi. Sono 12 le squadre che hanno staccato il pass per la terza ed ultima fase di qualificazione, fra queste molte big che hanno rischiato grosso durante il loro percorso, come Cina, Iran e UAE, ma anche sorprese come Oman, Libano e Vietnam. Non ci sarà invece l’Uzbekistan, grande delusione di questo turno.
Vediamo dunque quelle che sono state le storie più importanti e memorabili di queste ultime due settimane di Qualificazioni
A volte dei cambi repentini in panchina o dell’intero progetto tecnico possono stravolgere una squadra affossandola ulteriormente, ma nel caso di Cina, Iran e UAE questo ha funzionato.
La Cina nel segno di Li Tie e Wu Lei
Alla fine del 2019, a seguito della sconfitta negli Emirati Arabi Uniti contro la Siria, Marcello Lippi rassegnava per la seconda volta in un anno le proprie dimissioni da ct della Nazionale. La panchina è stata affidata a Li Tie, ex giocatore dell’Everton e assistente di Lippi a Guangzhou. Rinunciando dunque ad un profilo internazionale per una figura interna, la Cina ha trovato la svolta dal punto di vista dei risultati vincendo tutte e quattro le partite rimanenti nel girone passando come miglior seconda. Dopo il 7-0 a Guam in casa, la Cina e le altre squadre del raggruppamento, per evitare le restrizioni dovute alla quarantena, si sono trasferite a Sharjah negli Emirati, e qui la squadra di Li Tie ha continuato a conquistare vittorie: 2-0 alle Filippine, 5-0 alle Maldive e 3-1 alla Siria. Nella nazionale hanno fatto il loro debutto i naturalizzati Tyas Browning (in difesa) e Alan Carvalho (in attacco), entrambi in forza al Guangzhou, ma il vero protagonista è stato Wu Lei, l’ex Shanghai Port, di ritorno da una stagione deludente all’Espanyol ha messo a segno 5 gol in queste ultime 4 gare.
Il Sud America negli Emirati
Chi ha optato per la via dei naturalizzati e di un cambio in panchina è stata anche la Nazionale degli Emirati Arabi Uniti: la Federazione dopo cambiamenti convulsi ha richiamato Bert van Marvijk, che fu esonerato nel 2019 dopo una deludente Coppa del Golfo conclusa ai gironi. In Nazionale sono stati convocati in match ufficiali per la prima volta anche l’argentino Sebastian Tagliabue ed i brasiliani Fabio Lima e Caio Canedo. Gli Emirati Arabi uniti hanno vinto tutte e quattro le partite del proprio girone: 4-0 alla Malesia, 3-1 alla Thailandia, 5-0 all’Indonesia e 3-2 al Vietnam, chiudendo così il proprio raggruppamento al primo posto. Fra i sudamericani ha brillato in particolar modo Fabio Lima che ha messo a segno 5 reti, ma alla fine, il capocannoniere di questo secondo turno è stato l’ormai leggendario Ali Mabkhout con 11 reti (di cui 5 in queste ultime 4 gare), coronando una stagione da sogno che l’ha visto trionfare da capocannoniere anche nel campionato locale con l’Al-Jazira.
L’allenatore Marc Wilmots è una calamità conclamata, tanto che con il suo operato aveva messo a serio repentaglio il percorso di qualificazione dell’Iran con due sconfitte nel girone d’andata con Bahrain e Iraq. L’ingaggio del croato Dragan Skocic (allenatore con una lunga esperienza nella lega persiana) ha risistemato la nazionale, che come le due precedenti, ha vinto tutte e 4 le gare del girone di ritorno. Oltre ai successi facili con Hong Kong (3-0) e Cambogia (10-0), il team Melli grazie alle reti di Azmoun ha schiantato il Bahrain per 3-0 e battuto l’Iraq nel match finale. Anche Sardar Azmoun chiude una stagione da urlo, avendo vinto il campionato russo da capocannoniere della manifestazione con il suo Zenit per il secondo anno consecutivo.
Fra le squadre rivelazione che staccano il pass per il terzo turno troviamo il Vietnam, che raggiunge questa fase per la prima volta nella sua storia. La nazionale del sudest asiatico conferma il proprio strabiliante percorso di crescita sotto la guida del manager coreano Park Hang-seo, perdendo solamente una partita nel girone, all’ultima giornata contro gli Emirati Arabi uniti. Il Vietnam, composto da tanti talenti come quello di Nguyen Quang Hai (che però ancora milita in patria) dopo aver vinto l’AFF Suzuki Cup ed aver raggiunto i quarti di finale nell’ultima Coppa d’Asia, continua a sognare in grande.
Altra grande rivelazione è stata quella dell’Oman, capace di vincere tutte le partite del proprio girone meno che quelle giocate contro il Qatar. L’Oman, allenato dal croato Branko Ivankovic (ex ct dell’Iran), pur non avendo talenti di spicco (tutti in rosa militano nel campionato locale fatta eccezione per Jameel Al Yahmadi in Qatar) ha dimostrato di essere estremamente solida (solo 6 gol subiti nelle qualificazioni) e di poter sbaragliare la concorrenza delle squadre minori con estrema facilità.
Al terzo turno arriva anche il Libano, una squadra che ha rischiato tantissimo perdendo le ultime due partite contro Turkmenistan e Corea del Sud, ma che riesce per un pelo a rientrare nel gruppo delle migliori seconde. La squadra allenata da Jamal si è rivelato essere un avversario ostico (tanto che ha pareggiato in casa contro la Corea nel 2019) a discapito della terribile situazione nel paese con tensioni socio-economiche devastanti che hanno portato alla più grave crisi economica degli ultimi 30 anni. Da questo punto di vista, la qualificazione del Libano rappresenta un vero e proprio miracolo.
Per il Mondiale del 2018 l’Uzbekistan lottò fino all’ultima decisiva giornata per la qualificazione, ma quest’anno la squadra centro asiatica non è andata oltre il secondo turno. Per i Lupi Bianchi di Shomurodov sono state fatali le due sconfitte contro la più esperta Arabia Saudita di Hervè Renard, ma anche il 2-0 subito dalla Palestina che non permette all’Uzbekistan di rientrare nel gruppo delle migliori seconde.
Chi secondo non ci è nemmeno arrivato è la Thailandia, la squadra più quotata del sudest asiatico agli ordini del giapponese Nishino ha disputato un terribile girone di qualificazione concluso con due sole vittorie e nessun successo in queste ultime quattro gare di giugno.
A questi livelli si trovano ancora delle squadre cuscinetto di livello molto basso, basti pensare alla Mongolia che nel mese di maggio ha subito un incredibile 14-0 dal Giappone. Quella è stata la partita con il più ampio margine in questo secondo turno assieme ad un altro 14-0, che nel 2019 l’Iran rifilò alla Cambogia.
Proprio la squadra allenata da Keisuke Honda è stata ampiamente la peggior difesa del torneo con 44 gol subiti in 8 partite, anche se ha avuto il merito di conquistare un punto in un pareggio contro Hong Kong. Sono state tre le squadre che hanno chiuso a zero punti: Guam, Cina Taipei e Sri Lanka, mentre nel gruppo di squadre che hanno chiuso ad un solo punto assieme alla già citata Cambogia troviamo anche l’Indonesia.
Il calcio in Myanmar è prigioniero della giunta militare ed in un contesto assolutamente deleterio, verso la bolla giapponese è partita una selezione non titolare di Myanmar dato che molti giocatori si sono rifiutati di accettare la convocazione dopo il colpo militare. Anche nella prima partita, persa 10-0 contro il Giappone, i giocatori non hanno cantato l’inno nazionale, mentre fuori dallo stadio vi è stata una protesta della comunità Birmana in Giappone contro la giunta militare.
In campo è andato in scena uno spettacolo umiliante, che sia l’AFC che la FIFA dovevano evitare squalificando Myanmar, non permettendo alla giunta militare di essere rappresentata e di poter ricattare i giocatori (e le loro famiglie) che si rifiutano di andare in Nazionale. Eppure nulla di tutto questo è stato fatto.
Nella speranza che la giunta militare possa essere fatta cadere (con le buone o le cattive), accogliamo invece con un sorriso la notizia che la Corea del Nord, altro paese con una forma di governo che merita solo lo sdegno più totale, si è ritirato in anticipo da tutte le competizioni, fra cui anche le prossime qualificazioni alla Coppa d’Asia. Non ne sentiremo la mancanza.
The second round of the Asian Qualifiers for Qatar 2022 concluded on Tuesday 15 June. The group stage had started in 2019, but due to the pandemic, no valid matches were played in the Asian Confederation last year, and after multiple postponements, it was finally back on in June, with each group hosted in a bubble to minimise risks and contagions. Twelve teams have signed up for the third and final stage of qualification, including many big names who have taken big risks along the way, such as China, Iran and the UAE, but also surprises such as Oman, Lebanon and Vietnam. Uzbekistan, the great disappointment of this round, will not be there.
Let’s take a look at the most important and memorable stories of these last two weeks of the Qualifiers.
Sometimes sudden changes in the bench or in the entire technical project can upset a team and sink it even further, but in the case of China, Iran and the UAE this has worked.
China under Li Tie and Wu Lei
At the end of 2019, following the defeat in the United Arab Emirates against Syria, Marcello Lippi resigned as coach of the national team for the second time in a year. The bench was entrusted to Li Tie, former Everton player and Lippi’s assistant at Guangzhou. By renouncing an international profile for an internal figure, China found a turning point in terms of results, winning all four of their remaining matches in the group and passing as second best. After a 7-0 win over Guam at home, China and the other teams in the group moved to Sharjah in the Emirates to avoid quarantine restrictions, and here Li Tie’s team continued to rack up victories: 2-0 over the Philippines, 5-0 over the Maldives and 3-1 over Syria. Naturalised players Tyas Browning (defence) and Alan Carvalho (attack), both of whom play for Guangzhou, made their debuts for the national team, but the real stars were Wu Lei, the former Shanghai Port player who returned from a disappointing season at Espanyol and has scored five goals in the last four games.
South America at the Emirates
Those who opted for the path of naturalised players and a change on the bench was also the UAE national team: the Federation after convulsive changes recalled Bert van Marvijk, who was exonerated in 2019 after a disappointing Gulf Cup ended at the group stage. Argentina’s Sebastian Tagliabue and Brazilians Fabio Lima and Caio Canedo were also called up to the national team in official matches for the first time. The United Arab Emirates won all four matches in their group: 4-0 against Malaysia, 3-1 against Thailand, 5-0 against Indonesia and 3-2 against Vietnam, thus ending their group in first place. The South Americans shone, especially Fabio Lima who scored five goals, but in the end, the top scorer in this second round was the now legendary Ali Mabkhout with 11 goals (including five in these last four games), crowning a dream season that has seen him triumph as top scorer in the local league with Al-Jazira.
Iran’s renaissance
Coach Marc Wilmots is a proven calamity, his actions having seriously jeopardised Iran’s qualification path with two defeats in the first leg against Bahrain and Iraq. The appointment of Croatian Dragan Skocic (a coach with long experience in the Persian league) has restored the national team, which, like the previous two, has won all four games in the second leg. In addition to easy successes against Hong Kong (3-0) and Cambodia (10-0), the Melli team, thanks to Azmoun’s goals, crushed Bahrain 3-0 and beat Iraq in the final match. Sardar Azmoun also rounded off a fine season as he won the Russian championship as top scorer with his Zenit side for the second year running.
Big Surprises
One of the revelation teams to qualify for the third round was Vietnam, who reached this stage for the first time in their history. The Southeast Asian national team confirmed their amazing growth under Korean manager Park Hang-seo, losing only one game in the round, on the final day against the United Arab Emirates. Vietnam, with their many talents such as Nguyen Quang Hai (who still plays in his homeland), won the AFF Suzuki Cup and reached the quarter-finals of the last Asian Cup, and continue to dream big.
Another great revelation was that of Oman, capable of winning all the matches in their group except those played against Qatar. Oman, coached by the Croatian Branko Ivankovic (former coach of Iran), despite not having any outstanding talents (all of the players on the roster play in the local league, except for Jameel Al Yahmadi in Qatar), has shown itself to be extremely solid (only 6 goals conceded in the qualifying rounds) and to be able to beat the competition of the smaller teams with ease.
In the third round comes Lebanon, a team that took a huge risk by losing their last two matches against Turkmenistan and South Korea, but who narrowly managed to get back into the group of the best secondaries. The team coached by Jamal proved to be a tough opponent (so much so that they drew at home against Korea in 2019) in spite of the terrible situation in the country with devastating socio-economic tensions that led to the worst economic crisis in 30 years. From this point of view, Lebanon’s qualification represents a real miracle.
Major disappointments
For the 2018 World Cup, Uzbekistan fought until the last decisive day for qualification, but this year the Central Asian team did not go beyond the second round. For Shomurodov’s White Wolves, the two losses to Hervè Renard’s more experienced Saudi Arabia were fatal, as was the 2-0 defeat to Palestine which prevented Uzbekistan from rejoining the group of the best second-placed teams.
Thailand, the highest-ranked team in Southeast Asia under Japan’s Nishino, have had a dreadful qualifying round with just two wins and no success in their last four games in June.
Worst teams
There are still some very low-level buffer teams at this level, such as Mongolia who suffered an incredible 14-0 defeat by Japan in May. That was the game by the widest margin in this second round along with another 14-0, which Iran handed Cambodia in 2019.
It was precisely the Keisuke Honda-coached team that was by far the worst defence in the tournament with 44 goals conceded in eight games, although they had the merit of taking a point in a draw against Hong Kong. There were three teams that finished with zero points: Guam, China Taipei and Sri Lanka, while in the group of teams that finished with just one point along with the aforementioned Cambodia was Indonesia.
Go Myanmar!
Football in Myanmar is a prisoner of the military junta and in an absolutely deleterious context, a non-rostered Myanmar selection has started towards the Japanese bubble as many players refused to accept the call-up after the military coup. Even in the first match, lost 10-0 to Japan, the players did not sing the national anthem, while outside the stadium there was a protest by the Burmese community in Japan against the military junta.
A humiliating spectacle took place on the pitch, which both the AFC and FIFA should have avoided by disqualifying Myanmar, not allowing the military junta to be represented and to be able to blackmail players (and their families) who refuse to go to the national team. Yet none of this has been done.
In the hope that the military junta can be brought down (by hook or by crook), we instead welcome with a smile the news that North Korea, another country with a form of government that deserves only total disdain, has withdrawn early from all competitions, including the upcoming Asian Cup qualifiers. It will not be missed.
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