Infortuni, episodi, rotazioni: Italiano ha reso il Bologna più forte di ogni avversità, la prova di Udine è un messaggio chiaro al campionato | OneFootball

Tempo di Lettura: 2 minuti

Udinese-Bologna 0-3: solo note liete in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Bluenergy Stadium.

PRO

L’ulteriore step di crescita – Sta emergendo in maniera sempre più evidente quella forza mentale di cui avevo parlato dopo il Brann, quella che aveva portato il Bologna a rischiare di vincere una gara giocata a lungo in inferiorità numerica. Questa squadra va in campo con enorme convinzione a prescindere dagli interpreti e a Udine ha scalato un ulteriore gradino, riuscendo a prevalere in una di quelle partite chiuse e scorbutiche che di solito faticava a portare a casa.

La forza mentale – Questa prova di forza va a sommarsi a quelle delle ultime settimane: la rimonta contro il Parma, la già citata impresa sfiorata in Europa League, la rotonda vittoria sul Napoli in un match nel quale Italiano è stato costretto a far esordire un portiere di 17 anni. Contro l’Udinese sono arrivate le ‘mazzate’ psicologiche del rigore sbagliato e del gol annullato, ma anche stavolta il BFC non ha fatto una piega e ha giocato un gran secondo tempo, ottenendo un successo meritatissimo.

Le mille risorse – All’appello manca soltanto Immobile, per il resto (recenti infortuni a parte) stanno arrivando tutti: sabato abbiamo finalmente visto all’opera anche Sulemana, che sicuramente potrà rendersi utile nelle rotazioni. Bernardeschi troverà fiducia grazie al gol, Casale e Dominguez avevano pochi minuti nelle gambe ma hanno giocato bene (specie il difensore, che non ha sbagliato nulla), e lo stesso De Silvestri è stato come al solito molto bravo a farsi trovare pronto. Ravaglia ormai è una certezza, Moro ha disputato una ripresa di altissima qualità, e Orsolini ha saputo riscattare l’errore dal dischetto con l’assist al bacio per Pobega, che è stato semplicemente il migliore in campo. Potrei andare avanti, ma il senso direi che sia chiaro: la squadra è davvero forte, sia a livello individuale che di collettivo.

Il messaggio al campionato – Skorupski, Lucumí, Vitik, Holm, Lykogiannis, Freuler, Ferguson, Cambiaghi, Rowe e Immobile. La lista degli indisponibili o di chi è rimasto in panchina compone una formazione di papabili titolari, e i rossoblù sono riusciti a imporsi a Udine senza di loro e schierando Odgaard e Dallinga solo per pochissimi minuti. Senza dubbio tenere un ritmo del genere sarà complicato e ad oggi stabilire obiettivi è difficile, perciò mi limito a godermi il momento e questo Bologna, che a mio avviso in Friuli ha lanciato un messaggio chiaro: per un posto in Europa, magari anche la più prestigiosa, noi ci siamo.

L’impronta del mister – Nel bene e nel male le squadre rispecchiano i loro allenatori, e il Bologna attuale è evidentemente una creatura di Italiano. Il secondo gol è figlio della sua mentalità perché, se è vero che i giocatori dell’Udinese si sono complicati la vita, va dato grande merito al pressing effettuato dai rossoblù, autentico marchio di fabbrica del nostro tecnico. Al mister va anche riconosciuta la mirabile capacità di tenere sulla corda tutti e farli sentire coinvolti, un aspetto già fondamentale nel calcio di oggi che diventa indispensabile quando gli impegni sono tanti: se un tale lavoro non fosse stato impostato già ad inizio stagione, a Udine diversi elementi di cui c’è stato bisogno non sarebbero stati così pronti.