Calcio e Finanza
·23 settembre 2025
Inter, niente passi indietro con la Curva: la linea dura dettata da Procura e Digos

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·23 settembre 2025
Nonostante la terza partita consecutiva in un San Siro silenzioso, con solo qualche sporadico coro lanciato qua e là nei vari settori dello stadio, continua la linea dura dell’Inter, seguendo le indicazioni della Procura di Milano e della Digos, per quanto riguarda il tifo organizzato della Curva Nord.
Come riporta l’edizione odierna de Il Giornale, al momento si è davanti a un momento di stallo, dove né l’Inter né tantomeno la Curva vogliono rivedere le proprie posizione, così da non far intravedere un ritorno a quel San Siro che spesso ha trascinato i nerazzurri nelle ultime stagioni.
Ma come detto, dietro la linea dura scelta dall’Inter ci sono sia la Procura che la Digos, che hanno di fatto imposto al club nerazzurro, presieduto da Giuseppe Marotta, una tolleranza zero nei confronti dell’attuale leadership della Curva. In questa situazione a essere presa in mezzo è la stessa Inter che però fra le due parti, Procura e Curva, sceglie di rimanere con la prima, anche perché, nel recente passato, è stata accusata di essere stata troppo accondiscendente con i capi della Curva. Una accusa con cui in viale della Liberazione non vogliono più avere niente a che fare.
Alla vigilia della sfida contro l’Udinese, il tecnico Cristian Chivu aveva provato a lanciare qualche messaggio verso la Curva, in quello che sembrava essere un possibile spunto per riallacciare i rapporti. Ma quel «i giocatori hanno bisogno di una curva che li sostenga» non ha portato a nulla di concreto, visto che l’Inter, con i suoi dirigenti, non decide nessuna linea da tenere con i vertici del tifo organizzato della Curva, ma a farlo è la Procura insieme alla Digos.
La lente di ingrandimento delle forze dell’ordine è fissata su due aspetti principalmente. Quello di carattere economico legato agli abbonamenti che gli ultras rivendevano a prezzo maggiorato e, soprattutto, il blocco del merchandising. Infatti, le tessere cedute alla Curva sono state pesantemente diminuite, e poi non è più permesso l’introduzione allo stadio dei loro gadget e nemmeno la vendita fra gli ambulanti presenti nel piazzale dello stadio, il cui numero è stato contestualmente diminuito.
Poi c’è un secondo fronte, quello dove l’Inter punta a tenere fuori dal Meazza la parte di ultras legata al vecchio direttivo della Curva, ora tutto in carcere. A scegliere chi lasciare fuori sono stati direttamente il pm Paolo Storari e i suoi colleghi, fornendo al club due elenchi: una black list con una trentina di nomi, da escludere totalmente dal Meazza; e una lista che si può definire intermedia, con settanta ultras meno compromessi con la deriva criminale, ma considerati comunque a rischio.
Alle persone inserite in quest’ultima lista è stato rifiutato l’abbonamento al secondo anello verde, il settore occupato dalla Curva Nord, consentendogli di abbonarsi al terzo anello. Circa la metà ha scelto questa strada. L’altra metà è proprio al centro di questo braccio di ferro fra ultras e le istituzioni, con l’Inter che si è schierata come detto dalla loro parte.
Insomma la questione gira intorno a una trentina di persone sulle 7.500 che fino all’anno scorso avevano l’abbonamento del secondo verde. L’Inter ha già fatto sapere che un passo indietro su questo non sarà fatto, gli ultras dal canto loro non vogliono scendere a compromessi rinunciando a quel gruppo escluso dal loro settore, quindi il silenzio di San Siro per il momento continuerà.