Juventusnews24
·21 novembre 2025
Italia Irlanda del Nord, Stramaccioni non ha dubbi: «Fragilità cronica, si è visto anche con Spalletti». Il commento sull’ex bianconero Chiesa in vista dei Mondiali

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L’ex allenatore Andrea Stramaccioni ha analizzato il sorteggio dei playoff Mondiali che vedrà l’Italia affrontare l’Irlanda del Nord. L’opinionista ha ammesso che, pur avendo evitato la Polonia al secondo turno, non siamo stati globalmente fortunati, specialmente per l’eventuale finale fuori casa.
Stramaccioni ha individuato la vera debolezza italiana: la grande fragilità. L’Italia, con Spalletti prima e con Gattuso poi, è spesso incappata in momenti di smarrimento. L’opinionista ha citato il primo tempo di Dortmund contro la Germania con 3 gol presi in 45 minuti e i 3 minuti di blackout contro Israele, come esempi di errori che tolgono sicurezze alla squadra.
Stramaccioni ha poi identificato i punti fermi della Nazionale. Il cuore della squadra è composto dal blocco Inter Barella, Bastoni, Dimarco, a cui si aggiungono Manuel Locatelli e Gianluca Mancini. Locatelli e Mancini rappresenteranno il cuore della squadra e saranno il termometro del nostro livello di intensità. Stramaccioni ha anche elogiato Gigi Buffon, il direttore sportivo della Nazionale, per la sua perfetta leadership.
Riguardo al modulo, Stramaccioni ammette che la Nazionale può giocare in entrambi i modi, ma le cose migliori con questo gruppo di calciatori le abbiamo viste con il 3-5-2. Questo assetto, utilizzato anche nel periodo di Spalletti, sembra essere il più efficace.
Stramaccioni ha espresso la speranza di ritrovare il miglior Chiesa e Berardi. L’ex Juventus Federico Chiesa, ora al Liverpool, è cruciale per la sua capacità di spaccare le difese. Ha anche speso una parola su Nicolò Zaniolo: Udine è il miglior posto possibile per ripartire.
ANDREA STRAMACCIONI – «Un segnale di grande attenzione al campionato e allo stato di forma dei giocatori che stanno facendo bene: la convocazione di Caprile e il ritorno in azzurro di Ricci lo testimoniano. E in più il ritorno di Scamacca e il dialogo aperto con Chiesa dimostrano che le porte della Nazionale sono aperte. Gattuso sta facendo un grande lavoro sul gruppo, anzi sottolineerei che è l’aspetto che mi ha colpito di più, quello mentale e di coesione. La Nazionale si è dimostrata nelle ultime uscite molto affiatata e con segnali di compattezza del gruppo molto importanti. È ovvio che gli avversari non erano di prima fascia, ma si sono rivelati ideali per costruire una base relazionale fondamentale per Gattuso e il suo staff. Concordo pienamente e il ct lo sa molto bene: la Norvegia sarà il suo primo e ultimo avversario di livello prima dei playoff. Non è il massimo, ma la realtà è questa. È in contatto col ct, sta lavorando forte per tornare ai suoi livelli, lo capisco, ci sta. Slot fino ad oggi lo ha utilizzato praticamente sempre subentrando e nonostante questo ha 2 gol e 3 assist. Resto convinto che se Chiesa sale di condizione e rendimento avremo bisogno anche di lui in azzurro. Sì, perché in comune hanno sicuramente la predilezione per il piede sinistro e l’abilità nel lo “spingere palla” con qualità e personalità nella costruzione del gioco ma in fase di non possesso li trovo funzionali: Alessandro ama più i duelli e la marcatura, Riccardo legge molto bene gli spazi sia in anticipo sia in copertura. Sono entrambi veloci e forti nel gioco aereo. Mi piaccio no tantissimo sia singolarmente che come coppia centrale. La Nazionale è un mondo a parte, perché i giocatori non li alleni ma li gestisci, ne valuti le condizioni e l’alchimia con il compagno e il possibile confronto con l’avversario di turno. Guardi la Francia, sempre con base difensiva a 4 ha cambiato tantissimo dalla mediana in su, oppure l’Argentina che, partendo da una base difensiva a 4, sta cambiando quasi ogni partita: col Venezuela Almada e Mastantuono ali larghe e due punte centrali, con l’Ecuador tre centrocampisti McAllister, Paredes e De Paul con una punta sola Lautaro… o addirittura con un centrocampo a rombo contro il Brasile nel 4-1 di marzo al Monumental. Ritengo Spalletti uno dei migliori e più completi allenatori in attività. Le sue abilità sono innegabili e riconoscibili in tutte le squadre di club che ha allenato, sicuramente in Nazionale alcune skills di gestione quotidiana del gruppo si vanno a ridurre molto in relazione alla tipologia diversa di lavoro da effettuare. Lo staff di Gattuso mi piace molto: sono affamati, motivati e complementari fra loro, e conoscono meglio di chiunque altro cosa significhi indossare la maglia azzurra. Ma la figura che finalmente abbiamo è quella di un direttore sportivo attivo alle spalle del ct. Girando il mondo lo avevo spesso sottolineato, fra il ct e il potere politico deve esserci una figura competente e di carisma a fare da trait-union. E Buffon è perfetto per questo ruolo e lo sta facendo alla grande, con esperienza, umiltà ma anche grande leadership e carisma. Sono contento, è un grande passo avanti per il nostro movimento. Lo dissi dopo il suo gol al River Plate questa estate, per come difende la palla e piazza il corpo mi ricorda molto Luca Toni, e se mi chiedi se me lo aspettavo ti dico assolutamente si. La vera prova è stata la stagione allo Spezia, se dopo un percorso di settore giovanile di alto profilo impatti così al primo anno di calcio vero nel ruolo di centravanti significa che hai valori importanti. E non dimentico come sia nell’Inter “migliore” che gli potesse capitare per la sua crescita con Chivu allenatore e un altro giovane di talento come lui alle spalle della ThuLa. Vorrei ritrovare il miglior Chiesa, quello dell’Europeo vinto a Wembley. Abbiamo bisogno di quegli strappi, di quelle accelerazioni che spaccano le difese avversarie. E poi spingo per il ritorno di Mimmo Berardi: ma avete visto cosa sta facendo in campionato? In più ha caratteristiche diverse rispetto a Politano e Orsolini: in un’Italia che punta a utilizzare le ali, lui e Chiesa vanno recuperati alla causa per i Mondiali, solo dopo si penserà a rinnovare».









































