Calcionews24
·14 ottobre 2025
Italia Israele: 3 cose che non hai notato della sfida valida per le qualificazioni ai Mondiali

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·14 ottobre 2025
Le tre cose che non hai notato di Italia Israele, gara valida per il gruppo I delle qualificazioni ai Mondiali.
Soprattutto il primo tempo della sfida tra Italia e Israele ha offerto spunti interessanti, sebbene non sempre culminati in azioni concrete. Ecco tre momenti salienti che ci permettono di analizzare la prestazione degli azzurri nei primi 45 minuti, evidenziando dettagli tattici e l’atteggiamento complessivo della squadra.
1. L’azione sfumata da applausi. Al 17° minuto, un grande lancio in profondità per Locatelli aveva innescato una potenziale occasione da gol. Locatelli, con prontezza, ha servito al volo Barella, ma l’azione è stata interrotta da un fuorigioco. Nonostante l’episodio, il gesto di Barella che applaude il compagno denota comunque uno spirito positivo e la volontà di incoraggiare i compagni, anche in un’azione che non ha portato frutti. È un segnale di come la squadra cercasse la verticalizzazione, seppur con qualche imprecisione nei tempi.
2. La finte di Cambiaso. Al 34° minuto, Andrea Cambiaso si è distinto per una giocata intelligente e raffinata: è entrato nel campo fingendo di arretrare per poi sterzare improvvisamente in avanti, liberandosi del marcatore. Questa finta ha creato spazio, permettendogli di scaricare il pallone su Locatelli. Quest’ultimo, però, non è riuscito a smarcarsi completamente, trattenendo la palla con difficoltà prima di servirla a Tonali. La conclusione di Tonali da fuori area è stata debole e prevedibile, telefonata come si dice in questi casi, senza creare veri pericoli per la difesa avversaria. Un momento che ha mostrato una buona intuizione individuale, ma una carenza di incisività nella fase finale dell’azione, caratteristica che al di là del punteggio finale si è evidenziata in qualche circostanza di troppo per la squadra di Gattuso.
3. Vizi italici (ma 3 gol annullano tutto). Al 40° minuto, il gioco dell’Italia si è distinto per una manovra discreta dalla difesa, caratterizzata da sicurezza, precisione e velocità. La squadra è riuscita ad arrivare fino al limite dell’area avversaria, ma senza mai riuscire a “pungere” realmente. Questa fase del match ha rivelato un’Italia più interessata a dimostrare un’organizzazione tattica impeccabile e una chiara intenzione di gioco, piuttosto che a produrre occasioni significative in attacco. Non è stata la tipica situazione di “vorrei ma non posso” vista in altre partite; piuttosto, è sembrato esserci un accontentarsi di essere “puliti” nel passaggio e nel mantenimento del possesso. Forse, questo atteggiamento suggerisce anche l’assenza di un obbligo stringente di vittoria in questa gara, preferendo consolidare schemi e meccanismi di gioco. Il fatto che poi il successo sia arrivato ugualmente dice che la Nazionale ha comunque trovato la quadra per essere anche pienamente efficace.