Italia-Moldova, serve una goleada. Spalletti non l’ha mai fatta, Mancini sì. Ma gli azzurri sono in grado di vincere segnando tanto? Ecco i precedenti | OneFootball

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·9 giugno 2025

Italia-Moldova, serve una goleada. Spalletti non l’ha mai fatta, Mancini sì. Ma gli azzurri sono in grado di vincere segnando tanto? Ecco i precedenti

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Italia, contro la Moldova servirà una goleada, qualcosa che difficilmente è nelle corde degli Azzurri: l’ultima fu con Mancini

Stasera, contro la Moldova, per l’Italia non sarà una partita come le altre. La vittoria, di per sé, potrebbe non bastare. La calcolatrice è diventata tanto importante quanto il pallone dopo il risultato della Norvegia, nostra diretta concorrente, che ha travolto la stessa Moldova per 5-0 in trasferta, portando il proprio vantaggio nella differenza reti a un solido +10. Questo significa che per gli Azzurri di Luciano Spalletti non c’è alternativa: serve una “goleada”, una vittoria larghissima per colmare il divario e non compromettere il cammino di qualificazione. La domanda che tutti i tifosi si pongono è tanto semplice quanto complessa: questa Italia è capace di segnare a valanga?

L’avventura di Luciano Spalletti sulla panchina azzurra era iniziata tra grandi speranze, ma la realtà si è rivelata molto più amara. Il fallimento all’ultimo Europeo è stato solo l’apice di un percorso tortuoso, caratterizzato da un’identità di gioco mai veramente trovata e da una preoccupante discontinuità che sta minando anche l’attuale cammino di qualificazione. Il problema principale è un attacco spesso anemico, incapace di tradurre in gol una manovra a tratti involuta e prevedibile. Anche le vittorie ottenute sono state spesso sofferte, di misura, frutto di episodi più che di un dominio schiacciante. L’idea stessa di una “goleada” appare quasi come un miraggio per una squadra che fatica a creare e, soprattutto, a finalizzare. Per questo, la sfida contro la Moldova non è solo una questione di differenza reti, ma un esame di coscienza per ritrovare fiducia, gol e un briciolo di quella spavalderia che sembra completamente smarrita, a maggior ragione dopo la disfatta di tre giorni fa a Oslo.


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Per trovare l’ultima epoca d’oro delle goleade azzurre, la memoria deve tornare indietro, alla prima parte della gestione di Roberto Mancini. Quella Nazionale, che avrebbe poi trionfato a Wembley, aveva fatto della prolificità contro le piccole una vera e propria arma. I tifosi ricordano ancora con gioia il clamoroso 9-1 rifilato all’Armenia nel novembre 2019, una serata in cui tutto sembrava riuscire. Ma non fu un caso isolato. In quel periodo arrivarono anche un 6-0 contro il Liechtenstein e, più avanti nel 2021, un 5-0 alla Lituania. L’Italia di Mancini aveva un’allegria e una spietatezza che le permettevano di trasformare le partite contro avversari modesti in autentici festival del gol, accumulando un tesoretto nella differenza reti che si rivelò fondamentale.

Andando ancora più a ritroso, il quadro si fa più complesso. L’Italia di Antonio Conte, per esempio, era un blocco di granito, una squadra di guerrieri che vinceva spesso 1-0 o 2-0, basando tutto su organizzazione e intensità, ma raramente dilagava. Persino nella gestione più sofferta di Giampiero Ventura, si ricorda un 5-0 contro il Liechtenstein, a dimostrazione che contro certe nazionali il risultato rotondo è nelle corde degli Azzurri, quasi a prescindere dal momento di forma.

Stasera, dunque, l’Italia di Spalletti è chiamata a un esame di maturità diverso dal solito. Non basterà la tattica, non basterà il controllo. Servirà ritrovare quella fame di gol, quella cattiveria sotto porta che ha caratterizzato l’era Mancini. Bisognerà sbloccare la partita in fretta e, soprattutto, non accontentarsi mai, giocando ogni pallone come se il risultato fosse ancora in bilico. Il cammino verso il prossimo grande torneo passa anche, e forse soprattutto, da quanti gol riusciremo a segnare contro la Moldova. La pressione è tutta sull’attacco azzurro.

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