Joao Pedro: «Tornerò a Cagliari, andrò allo stadio di nascosto. E su Pisacane…» | OneFootball

Joao Pedro: «Tornerò a Cagliari, andrò allo stadio di nascosto. E su Pisacane…» | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Cagliarinews24

Cagliarinews24

·2 ottobre 2025

Joao Pedro: «Tornerò a Cagliari, andrò allo stadio di nascosto. E su Pisacane…»

Immagine dell'articolo:Joao Pedro: «Tornerò a Cagliari, andrò allo stadio di nascosto. E su Pisacane…»

Joao Pedro, ex attaccante del Cagliari, ha ricordato alcuni momenti della sua avventura in rossoblù: le dichiarazioni

Intervistato da L’Unione Sarda Joao Pedro, ex attaccante del Cagliari, ha ricordato il periodo trascorso in Sardegna con la maglia rossoblù. Di seguito alcune delle sue dichiarazioni:

L’AVVIO IN MESSICO – «Cos’ha il Messico in più? La differenza la sta facendo l’esperienza. Ho avuto tanti anni belli a Cagliari, altri meno fuori. Qua mi sono sciolto».


OneFootball Video


LA SCELTA DEL FENERBACHE – «Se rifarei quella scelta? Sì. Non mi piace pentirmi se un’esperienza non è andata a buon fine. È stata la scelta giusta in quel momento. Arrivare secondi in Turchia è comunque un bel traguardo. Ho vinto una coppa. Volevo giocare ad alti livelli».

LA MANCANZA DELL’ITALIA – «Mi manca l’Italia, mi manca vivere in Italia. Sabato scorso eravamo in ritiro e in tv davano Cagliari-Inter. Non vedevo una partita del Cagliari o del campionato italiano da tanto tempo, mi è venuta una nostalgia… Anche se a casa nostra si respira l’Italia più che il Brasile. La cucina di Alessandra è italiana, i miei figli sono italiani. Quanto mi manca l’Italia. Ma prima o poi ci tornerò a vivere».

LA MAGLIA DELLA NAZIONALE – «È stato un onore, nonostante la situazione che viveva la Nazionale in quel momento. È stata una risposta a quel bambino che sognava di fare il calciatore: solo essere accostato alla maglia azzurra è incredibile, poterla indossare è inspiegabile».

IL POSSIBILE RITORNO ALLA SALERNITANA –  «Dopo il Gremio ero provato mentalmente. Stavo per ritirarmi. Pur stando benissimo fisicamente, ero scarico di testa, non avevo più energie. Ringrazio mia moglie che mi ha dato la forza per ripartire. Però il motivo per cui non sono tornato in Italia va oltre, è dovuto a persone e cose che hanno ostacolato il discorso. Della Salernitana era vero, perché negarlo. Il contratto era già firmato, tutto è saltato inspiegabilmente perché alcune persone si sono mosse per non farmi rientrare. Ho saputo solo dopo come è andata. Io ho il potere sulle cose che posso controllare e su quello mi do da fare, sulle altre non posso fare niente».

COSA MANCA DI CAGLIARI – «Non basterebbe un’intervista per elencare quello che mi manca. Alessandra me lo ripete in continuazione: “devi andare a Cagliari, devi andare allo stadio”. Non per far vedere che sono lì, ma per riprovare le emozioni che solo a Cagliari ho provato. Tornerò. Non posso non tornare».

IL PROGRAMMA DEL RITORNO – «Vi avviso già: andrò allo stadio, nascosto, non mi vedrà nessuno. Andrò a vivere la mia emozione senza disturbare. Prima magari, andrò a prendere un caffè in piazza Yenne, quello che facevo ogni mattina per anni e anni».

LA POSSIBILE PERMANENZA – «Difficile dirlo. Se fossi ancora a Cagliari, sarebbe una storia d’amore epica. Sognavo di giocare in un torneo diverso e lottare per il vertice. In quel momento poi, tante cose che sono successe extra campo, hanno fatto in modo che il mio ciclo finisse».

L’ERRORE A VENEZIA – «Se lo rivedo? Purtroppo sì. Ogni volta che vedo una situazione simile. Anche in altri sport. Quest’estate vedendo Sinner seduto e battuto da Alcaraz dopo aver avuto più di un match point, pensavo: gli bastava un punto come a noi un gol quel giorno. Anche se poi da lì il Cagliari è potuto ripartire giocando una Serie B pazzesca con un gol di Pavo al 94′. E quel gol, forse, è stato più bello ed emozionante per chi ama il Cagliari di un eventuale nostro gol a Venezia».

PARLARE DOPO LA PARTITA – «Non sarebbe cambiato niente. Qualsiasi cosa sarebbe stata detta, non avrebbe cambiato nulla. Conosco il calcio e il tifoso cagliaritano. Detto questo, ero pronto a parlare e a metterci la faccia, ma non mi hanno fatto parlare. E lì ancora di più ho capito che il mio ciclo a Cagliari era finito».

PISACANE ALLENATORE – «Non mi stupisce perché Fabio è intelligente. Ha studiato tanto, conosce bene il calcio. Vincere è sempre difficile, anche in Primavera, ma ha dimostrato di essere all’altezza. Spero faccia un anno importante. È un ragazzo perbene, un gran lavoratore e si merita il meglio».

Visualizza l' imprint del creator