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Alessio D'errico·17 settembre 2025
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Alessio D'errico·17 settembre 2025
La Juventus ha vissuto altalene di emozioni nelle due intensissime gare contro l'Inter (vinta 4-3 allo scadere) e contro il Borussia Dortmund (agguantata 4-4 con due gol dopo il 90'). Due partite diverse con diversi fattori in comune: uno, negativo per la Juventus, la difesa colabrodo.
Se da un lato l'attacco bianconero, seppur profondamente legato a giocate dei singoli piuttosto che a manovre già collaudato, ha dato risposte confortanti, il risvolto della medaglia lancia quantomeno un segnale di preoccupazione da dover tenere in considerazione.
Il primo tema riguarda Michele Di Gregorio: il portiere bianconero, titolare indiscusso della truppa di Tudor, finisce la partita quasi sempre con almeno una parata complicata e decisiva, come è stato su Guirassy nella folle notte col BVB. In mezzo, però, errori che alla Juventus possono costare carissimo.
L'indecisione sul primo gol di Calhanoglu contro l'Inter è stato l'antipasto all'errore ben più grossolano sulla rete di Yan Couto che era valso il momentaneo 3 a 2 per i tedeschi.
Un tiro da posizione laterale e sul primo palo che ha beffato l'ex portiere del Monza: errore scolastico, abbastanza grave in una sfida di Champions che pone interrogativi, magari riesumando l'alternanza con Perin, sulle pressioni addossate a Di Gregorio.
Altra problematica di una Juve con tanto cuore e tanta qualità in avanti è la difesa presa nella sua totalità. Sia contro l'Inter che contro il Borussia, dei 7 gol subiti, quasi nessuno è frutto di errore marchiano. Il che, per certi aspetti, preoccupa di più.
Lo strafalcione è episodio sporadico e spesso sfortunato: la sistematicità nell'arrivare tardi sui centrocampisti e nel farsi infilare con estrema facilità è invece qualcosa di più complesso a cui solo Tudor può mettere mano. Il ritorno di Bremer è una manna dal cielo ma non la soluzione a tutti i mali.
La Juventus ha un oggettivo problema difesa perlomeno nelle grandi sfide ossia quando la qualità dell'avversario è alta e le soluzioni offensive da fronteggiare sono molteplici.
📸 Valerio Pennicino - 2025 Getty Images