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·4 ottobre 2025
Juventus, tre ragioni per essere ottimisti e tre motivi di preoccupazione in vista della sfida contro il Milan: dentro alla sfida di campionato che dirà tanto sulla stagione bianconera

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·4 ottobre 2025
La Juventus si prepara ad affrontare il Milan in un match che si preannuncia cruciale per definire le ambizioni di entrambe. Analizzando le prime sette uscite stagionali, la squadra di Igor Tudor mostra luci e ombre che alimentano tanto l’ottimismo quanto la preoccupazione in vista di questo scontro diretto.
1. L’illuminazione dei giovani talenti e l’incidenza dalla panchina: La Juventus ha dimostrato di possedere una dote incredibile di giovani talenti come Yildiz e Adzic, capaci di accendersi all’improvviso e spaccare le partite, anche con conclusioni dalla distanza. Yildiz, in particolare, si muove bene pur stazionando maggiormente a sinistra, mostrando più determinazione e concretezza. A ciò si aggiunge la straordinaria capacità della panchina di Tudor di incidere: ben 7 gol sono arrivati da subentrati (Vlahovic, Adzic, Cabal, Conceicao), dimostrando che la squadra ha risorse inaspettate e che i cambi possono essere decisivi.
2. La concretezza nei momenti chiave e il coraggio: Nonostante le difficoltà, la Juventus ha spesso dimostrato una certa concretezza, colpendo ogni volta che si è creata un’occasione, come nel 4-3 contro l’Inter. La squadra ha il coraggio di non accontentarsi, reagendo anche a svantaggi o situazioni complicate, e la capacità di calciare in porta con frequenza, sintomo di una mentalità “tudoriana” improntata alla ricerca rapida della conclusione. Inoltre, la Juventus sembra saper stare dentro le gare sporche, accettandole senza soccombere.
3. La solidità difensiva (a tratti) e il recupero palla: Sebbene i gol subiti siano molti, in alcune partite, come contro l’Atalanta o il Parma, la Juventus ha concesso davvero poco in termini di occasioni chiare agli avversari. La squadra recupera palla bene (44-33 i contrasti vinti con l’Atalanta), segno di un buon lavoro in fase di non possesso. Inoltre, la personalità di giocatori come Kelly (spesso tra i più attivi nel toccare palloni) e Locatelli (4/4 dribbling riusciti contro il Villarreal) è un segnale di qualità e sicurezza in campo.
1. La fragilità difensiva e la costruzione lenta: La Juventus ha incassato 11 gol in 7 partite, troppi per una squadra che ambisce al vertice. In particolare, l’assenza di Bremer ha evidenziato buchi ovunque (anche se pure con lui in campo si sono presi troppi gol) e una peggiore qualità costruttiva. I gol presi da fuori area e su corner sono un campanello d’allarme sulle disattenzioni finora sofferte.
2. La mancanza di ritmo e poca vivacità nella manovra: Nonostante un buon possesso palla, la Juventus fatica a dare ritmo e vivacità alla manovra, soprattutto dopo aver recuperato il pallone. La circolazione è spesso lenta, la squadra torna indietro per costruire e le manca la verve e l’intenzione per dare davvero la spallata, cosa riuscita a Villarreal all’inizio del secondo tempo.
3. Lo squilibrio tattico e la gestione dei cambi a volte inefficace: Il modulo 3-4-2-1, pur avendo i suoi pregi, a volte appare squilibrato, soprattutto con un tridente offensivo che non sempre viene supportato adeguatamente. In Champions contro il Borussia, sul 2-2, la squadra ha dato la sensazione per poco tempo di riuscire a prendere in mano la gara, per poi invece trovarsi sotto malamente. In altre occasioni, come contro l’Atalanta, l’incomprensibile ritardo nei cambi ha tolto vitalità alla squadra.
Juve-Milan sarà un banco di prova fondamentale. La Juventus dovrà capitalizzare la sua imprevedibilità offensiva e la profondità della rosa, cercando però di arginare le troppe amnesie difensive e di dare maggiore fluidità a una manovra che, al momento, alterna lampi di genio a preoccupanti momenti di stanca.
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