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·29 settembre 2025

Juventus Women che cambia… Vince. Prove di zona per Wälti alla Modric

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Juventus Women che cambia… Vince. Prove di zona per Wälti alla Modric. I festeggiamenti per metabolizzare meglio le novità

2200 spettatori per la finale di Serie A Women’s Cup a Castellammare tra Juventus e Roma in contemporanea con Juventus-Atalanta del maschile. Sono quasi 5 mila in meno rispetto a quelli che c’erano pochi mesi fa a Como per la stessa partita. Sono quasi 6 mila in meno rispetto a quelli c’erano a Dortmund il 10 agosto per Borussia-Juventus, amichevole. Non è l’effetto Europeo ma l’effetto gambero. Se si cercava il premietto per allenarsi competitivamente prima dell’inizio della stagione sta bene, ma lì ci fermiamo. L’appetibilità del torneo è quasi zero, una copia sfigata della Coppa Italia che finisce per smorzare l’attesa per l’inizio del campionato.

La Juventus Women comunque l’ha vinta e qui la novità non c’è. Canzi è a 3 su 3 da quando è arrivato… Più lo criticano più vince. In questo è molto juventino. Non smette di farlo da 9 anni Braghin che dovrebbe salutare soddisfatto a fine stagione lasciando onori e oneri a Mazzetta che compare sempre più spesso sui canali ufficiali. MC aveva gli occhi lucidi durante la premiazione: la sentiva, il secondo anno è sempre complicato. L’entusiasmo interno che genera la novità viene meno e all’esterno hanno imparato a conoscerti. La gioia del trofeo è funzionale anche a superare qualche borbottio dello spogliatoio sullo stile di gioco. Si ripartirà in rinnovata sintonia e con reciproco coinvolgimento.


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Qualche considerazione sparsa va fatta. La Juve in questo torneo non ha mai dato la sensazione di dominare e sovrastare il proprio avversario, cosa che invece succedeva regolarmente nella prima metà della scorsa stagione quando era cannibale. È una squadra, piuttosto, simile a quella a risparmio energetico del tardo 24/25. Non va a mille all’ora, ha delle pause, si gestisce, potrebbe persino essere sintomo di maturità. Di buono c’è (e non è poco) che alla fine, meccanicamente o fatalmente, prevale. In questo incide anche una condizione atletica che – a detta dello stesso tecnico – è ancora in fase di costruzione. I presupposti e le priorità della pre-season sono stati per forza di cose differenti dallo scorso anno. L’importante è che la Juventus Women si presenti al top della forma in Serie A e, soprattutto, in Champions League.

Tatticamente sta evolvendo. Abbiamo parlato spesso di questa disposizione nuova del 352 (il 4-2-3-1 visto con l’Inter sarà sistema occasionale). La partita vera si gioca sulla ricerca del compromesso tra marcatura a uomo integrale e una zona a blocco basso (quella adottata con la Roma) che almeno in questa fase della stagione sembra più sostenibile. Le giocatrici in alcune partite sono parse sfiancate e troppo concentrate sui riferimenti per poi riproporsi in maniera ordinata e fluida. L’assetto della finale con un play e due mezzali (invece dei due mediani + vertice alto) è un assist all’inserimento di Wälti che dovrà essere coinvolta nella costruzione come lo è stata Schatzer nella splendida azione che ha portato all’1-0. C’è bisogno che la svizzera – a cui non si può chiedere di rincorrere per tutta la partita – aiuti molto nella lettura delle due fasi e nello sviluppo, non sempre soddisfacente, del gioco: come Modric nel Milan, squadra che similmente ondeggia tra aggressione alta e blocco basso. Il rischio da evitare è quello di schiacciarsi verso la propria porta come accaduto spesso nelle ultime partite, concedendo sistematicamente rimorchi facili alle avversarie.

Servirà coraggio (soprattutto in Europa) e un po’ di pratica. Il gruppo nei prossimi giorni lavorerà in questa direzione anche se, giocando ogni 3 giorni e tornando le Nazionali, non sarà facile affinare il sistema di gioco nell’alternanza tra riposi e rifiniture delle partite. Già affinate da tempo le palle inattive, attraverso le quali la Juve ha segnato quasi la metà dei gol nella competizione. Nella convinzione del club le armi offensive sono diversamente assortite ma non inferiori a quelle della scorsa stagione. Non cattura l’occhio del tifoso ma, a Vinovo, sono molto contenti della maturità tattica dimostrata da Pinto, schierata titolare in entrambe le partite della Final 4. Nel pieno rispetto di PPM, della sua storia e delle sue parate scenografiche c’è da aspettarsi che presto o tardi maturi la convinzione che De Jong sia un portiere più efficiente. Sabato col Sassuolo si (ri)comincia a fare sul serio.

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